Testimonianza di Paolo Lioce, autotrasportatore (n. 1925)

Set 18th, 2008 Postato in testimonianze | Commenti disabilitati su Testimonianza di Paolo Lioce, autotrasportatore (n. 1925)

Eravate a Foggia in quei giorni?

Io sono un autentico foggiano figlio di foggiani, pochi si possono vantare d’essere  come me, io ho cominciato a lavorare facendo la più tradizionale professione del popolo foggiano: il carrettiere. Trasportavo merce con il carretto ed i cavalli. Quando iniziarono i bombardamenti io non volli andare via da Foggia, due miei fratelli erano sotto le armi, c’era casa mia e le case dei miei fratelli da sorvegliare, gli sciacalli avrebbero rubato tutto, tutti i miei parenti andarono via ma io rimasi.

Dove vi riparavate durante i bombardamenti?

Dove capitava, la verità è che io ero incosciente, la giovane età mi rendeva imprudente, a volte rimanevo a vedere gli aerei che bombardavano e mitragliavano. Un giorno, credo il 22 luglio, dopo la fine dell’incursione corsi immediatamente a vedere quello che era successo. Mi ricordo Piazza San Francesco coperta dai morti colpiti dal mitragliamento, ma le scene peggiori le vidi nella villa comunale dove furono tantissimi i soldati tedeschi ed italiani che vennero uccisi. Allora sotto gli alberi della villa comunale erano posizionate sia le postazioni contraeree sia erano nascosti vari mezzi militari.

Ricordate qualche episodio in particolare?

Come ho detto durante i bombardamenti non mi preoccupavo più di tanto, il 19 agosto al suonare delle sirene io volli rimanere a casa nonostante le preghiere di alcuni vicini che mi invitarono a stare con loro perché ritenevano il loro edificio più sicuro, io abitavo in una traversa di via Matteotti in via Rignano. Il loro isolato venne totalmente distrutto dal bombardamento, morirono tutti gli abitanti, erano una cinquantina di persone.

Come vennero accolti gli Alleati?

Bene, fino ad allora avevamo sofferto la fame, quando arrivarono loro ci trovammo sommersi dal cibo che ci regalavano, fu la scoperta di un nuovo mondo

Come vivevate?

Ti dovevi arrangiare, c’era la miseria. Io con alcuni amici ricavavo i metalli dagli aerei abbattuti o abbandonati e dalle lamiere (erano le grelle n.d.r.) che gli americani utilizzavano per improvvisare le piste degli aereoporti e le andavo a rivendere. Si guadagnava bene. Ma un giorno non ci accorgemmo che la zona era sorvegliata, ci spararono addosso con un fucile a pallini. Dopo 40 anni mi si formò un grosso ascesso al basso ventre che mi dovettero incidere, dentro trovarono uno di quei pallini!

Ecco la bomba

Set 13th, 2008 Postato in Senza categoria | Commenti disabilitati su Ecco la bomba

Il tipo più frequente di bomba lanciato dagli alleati era una bomba da 500 libbre, per averne un’idea pubblichiamo due foto, una ritrae un residuato bellico fatto esplodere dagli arficieri della caserma di Foggia ed un’altra foto ritrae una ricostruzione della bomba da 500 libbre.

residuato bellico di una bomba da 500 libbre

residuato bellico di una bomba da 500 libbre

OGGI LE BOMBE

Set 11th, 2008 Postato in Senza categoria | Commenti disabilitati su OGGI LE BOMBE

A Salerno nei giorni scorsi è stata rinvenuta durante lavori di scavo una bomba d’aereo della seconda guerra mondiale, presumibilmente lanciata dagli alleati durante le operazioni di sbarco nel settembre 1943. Sono state evacuate 5000 persone in quanto gli artificieri non se la sentono d’escludere che l’azione della ruspa abbia potuto avviare un innesco chimico con possibilità d’esplosione improvvisa nell’arco di sei giorni. Dopo 65 anni una bomba da 500 libbre minaccia ancora la popolazione di Salerno con rilevanti costi economici e sociali e con uomini che correranno comunque dei rischi per disinnescare l’ordigno. Quant’è il vero costo di una guerra?

Testimonianza di Vincenzo Saponaro

Set 8th, 2008 Postato in testimonianze | Commenti disabilitati su Testimonianza di Vincenzo Saponaro

Ecco l’intervista a Vincenzo, uomo che ha vissuto a Foggia nell’anno dei bombardamenti.

Parlaci un po’ di quei giorni e degli avvenimenti che li hanno caratterizzati.

Sì, avevo scritto un diario per ricordare quegli eventi drammatici che la storia ci ha lasciato. Il diario è andato perduto, ma ho ancora nella mente a 65 anni di distanza tutte le date e gli eventi.

28 maggio 1943 ore 9.00 circa: C’è la prima incursione degli alleati nei cieli foggiani. Per noi era una cosa “nuova” eravamo ragazzi avevo 20 anni ed insieme agli altri ragazzi della mia età sognavamo di arruolarci nell’esercito per combattere sul fronte, spinti dall’ondata devastante di fascismo. Ma quando vivemmo sulla nostra pelle quell’esperienza, il sogno della carriera militare cadde del tutto. Torniamo alla storia.

Ero a casa, in una casetta di campagna non lontana dal centro abitato. Mi svegliai di buon’ora, come al solito, ed ero impegnato nei campi, quando all’improvviso inizia a suonare la sirena dell’allarme. Era la prima volta che la sentivo. Tutti correvano come impazziti alla ricerca di un rifugio, ma fortunatamente le bombe cadono solo nei pressi di un aeroporto distruggendolo quasi completamente. Tutti andammo sul posto più per curiosità che per altro. Presi la mia bicicletta e corsi lì. Mi trovai davanti ad un macabro spettacolo. Tutti gli hangar erano quasi completamente distrutti, la torre radio non esisteva più, ma la cosa che mi lasciò inorridito e che ricordo come fosse ieri, fu un soldato tedesco, rimasto ucciso mentre era alla mitragliatrice contraerei. Era ancora seduto, con gli occhi spalancati di terrore. A pochi metri un piccolo cratere e il suo corpo dalla vita in giù era completamente dilaniato e macellato. E’ quella l’immagine della guerra che mi porto ancora dietro insieme a molte altre.

30 maggio 1943 ora 10.00-10.30 circa: Ci fu una nuova violenta incursione con la quale si eliminarono tutti gli aeroporti militari che si snodavano attorno a Foggia.

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Testimonianza di Maria Luigia Azzarone

Set 8th, 2008 Postato in testimonianze | Commenti disabilitati su Testimonianza di Maria Luigia Azzarone

Testimonianza di Maria Luigia A. “Mio fratello lavorava all’INPS a Foggia, mia madre la mattina del 22 luglio, tornò a Foggia dalla abitazione in campagna dove eravamo sfollati, per prendere delle cose nella nostra casa, in via Monfalcone. Quando uscirono di casa, verso le 10, suonarono gli allarmi e loro subito si diressero verso un edificio in cui sapevano che c’era un rifugio nello scantinato. Giunti nella zona di Piazza San Francesco videro giungere i primi  aerei, volavano a bassa quota e cominciarono a mitragliare. Mia madre e mio fratello corsero verso il rifugio, mentre intorno a loro la gente cadeva sotto i colpi. Rimasero nel rifugio fino al pomeriggio mentre continuavano le incursioni con i bombardamenti, quando uscirono trovarono la città devastata.”

 

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