testimonianza del signor Giuseppe (dal sito liceoPoerio)

Il signor Giuseppe, mentre svolgeva una normale giornata di lavoro, si vide coinvolto in un massiccio bombardamento anglo-americano avente come obiettivo la distruzione di un convoglio ferroviario che trasportava carburante per gli aerei da guerra. Nel caos e nell’agitazione, vide molti colleghi trovare riparo nei sottopassaggi ferroviari che si rivelarono poi fatali per la loro sorte. Invece il signor Giuseppe vide come unica salvezza la fuga verso i binari, che si trasformò in una corsa disperata verso la periferia della città. La fuga terminò quando davanti ai suoi occhi comparve il mare. Era giunto stremato nel Golfo di Manfredonia. Intanto nella ferrovia di Foggia si consumava una terribile tragedia poiché il carburante fuoriuscito dalle cisterne, scivolò nei sottopassaggi ed incendiandosi provocò la morte della maggior parte dei suoi colleghi. La signora Antonietta, moglie del “fortunato ferroviere”, terminata l’ondata dei bombardamenti si recò immediatamente sul luogo di lavoro del marito, con la speranza di trovarlo. Ma la scena che si presentò ai suoi occhi fu terribile: le salme di quegli eroici funzionari erano irriconoscibili. La disperazione la spinse a ricercare il proprio marito guardando nei volti dei tanti cadaveri bruciati. Trascorsi tre giorni, le speranze di ritrovarlo vivo erano ormai quasi terminate. Ma proprio quando il desiderio di rivederlo era finito, ecco che ritornò distrutto ed affaticato, inconsapevole di ciò che era accaduto ai suoi colleghi. Il signor Giuseppe racconta che ha dovuto giustificare l’abbandono del posto di lavoro in quel giorno. La felicità di essere rimasto in vita, non hanno colmato la tristezza di aver visto scolpiti i nomi dei suoi amici in quella che oggi è la lapide dei valorosi caduti in guerra.

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