“Cento giornate foggiane” alla vigilia del 68° anniversario

Domani ricorrerà il 68° anniversario dei bombardamenti sulla città di Foggia. La gentile Chiarastella Fatigato mi ha segnalato questa canzone…”Cento giornate foggiane” scritta e interpretata da Gianni Pellegrini. Sarà cantata domani alla Villa Comunale di Foggia in occasione dell’inaugurazione di due stele commemorative. La serata inizierà alle ore 20.00.

Di seguito il testo e poi il video….

Quella scena del Quarantatré
una storia vissuta d’estate
quella solita paglia bruciava
il sole spaccava le strade
gonne sozze, mercati, bambini
un’arsura nordafricana
ci mancavano due minareti
era classica vita foggiana

e la guerra soltanto via radio
nessuno se l’aspettava
che spuntasse da dietro quel sole
la bomba che il cielo sporcava
“cari foggiani tenete duro
sono pieno di cordoglio
continuerete per poco lo giuro
ve lo assicura Pietro Badoglio”

“No marescialle, non si ‘ngarrate
vine nu poco a’lluscià
barracca mije l’anne bumbardate
m’anno già acciso a mammà e papà
ne marescialle non si’ arruate
si’ ù capemaste quann’è parlà
quanno i padrune cumannano a guerra
stanno acciungate pe veve e magnà”

[TRADUZIONE STROFA IN DIALETTO
“no, maresciallo, non hai indovinato
vieni un poco a guardare
hanno bombardato la mia povera casa
hanno già ucciso mia madre e mio padre
eh, maresciallo, non sei arrivato
sei sempre il migliore quando c’è da parlare
quando i padroni comandano ‘guerra’
stanno seduti per bere e mangiare”]

Gli Alleati giocavano pure
solo una ricognizione
si, delle volte giocavano pure
ma guaivano le sirene
quando invece non si scherzava
ti piombavano addosso dai cieli
sinfonia che mortale cadeva
bruciava le case e le mani

una scritta sull’unico muro
“taci, il nemico t’ascolta”
per il resto soltanto macerie
e ti giochi la vita ogni volta
e le grandi difese dell’asse
lottavano assai virilmente
rispondevano al fuoco nemico
con la fionda naturalmente

ma finite le cento giornate
a cantar quello sterminio
sulla Foggia coventrizzata
la campana del municipio

[parlato]
non sono rossi, non sono neri
sono civili con pochi pensieri
questi morti nessuno li brama
perché li uccise la bomba americana

 

 

This entry was posted on giovedì, Luglio 21st, 2011 at 08:54 and is filed under Documenti filmati, Memoria, Storie. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. Both comments and pings are currently closed.


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