1943/2013. Per non dimenticare: Le ragioni di una tragedia e la memoria del ricordo.

549713_431323440247515_692185569_nRicorre quest’anno il 70^ anniversario della tragica estate dei bombardamenti sulla nostra città: L’estate del 43^, che lutti e devastazioni, ciecamente, sparse su Foggia, colpendo soldati e civili , vecchi e bambini, donne, invalidi, lavoratori, tutti allo stesso modo, indifesi e inermi contro la soverchiante forza del nemico/amico, che dal cielo, quasi come fosse un semplice “gioco di guerra”, si abbattè sulla nostra città. Da maggio a settembre, sin dopo l’armistizio, questa furia ; questo vento di morte e distruzione, portò via con se la vita di quasi 20000 foggiani e oltre il 70% dei suoi beni materiali ( case, uffici, chiese, scuole, industrie). A questa, di tragedia, se ne accompagnò un’altra, in una spirale che sembrava non avesse fine: quella degli sfollati; coloro cioè che, pur avendo salva la vita, avevano perso tutto e furono costretti a lasciare i corpi ancora caldi dei loro congiunti morti o dispersi sotto le macerie e le loro case, meglio, quel che ne rimaneva, per avventurarsi in Paesi e luoghi che li avrebbero accolti e ospitati. Come i profughi che vediamo oggi incolonnati, fuggire dalle guerre che insanguinano tanti luoghi nel mondo, così immaginiamo le colonne di nostri concittadini, persi tra la paura e l’angoscia, calcare i tratturi e le poche strade asfaltate che collegavano Foggia alla provincia; e l’assalto ai treni, che partivano dall’Incoronata e Cervaro perché la nostra stazione era distrutta. E dopo la guerra, il periodo di “convivenza”, anche , per molti aspetti forzata, con gli alleati, nuovi “occupator” del territorio italiano e l’avvio della ricostruzione e della rinascita. I primi “capitoli” di una nuova Foggia che , dalle ceneri della guerra, cercava di risorgere grazie al grande spirito di sacrificio e solidarietà che, nei momenti cruciali della nostra storia, non è mai mancato tra i cittadini foggiani.

Sono, quelli sopra elencati, molti, ma non tutti, degli aspetti che meriterebbero di essere approfonditi e che dovrebbero, in questo 70^ anniversario, essere celebrati come si conviene: coinvolgendo scuole, istituzioni, movimenti civile e tutta la cittadinanza. Si avverte, da più parti, l’esigenza di “riappropriarsi” di un evento che ha stravolto per sempre il volto della città; così come è palpabile, nei discorsi che si fanno con gli anziani ed i, pochi, reduci rimasti di quei giorni, la voglia di raccontare e parlare; perchè non è vero che gli anziani hanno voglia di dimenticare. Verò è, piuttosto, essere mancata, i questi anni, qualsiasi attività di coinvolgimento degli anziani e della popolazione, in genere, in progetti che avessero quale obiettivo la “rivalutazione” storica, attraverso le “fonti” originali: cioè coloro che hanno vissuto sulla propria pelle l’infausta stagione. Prova di ciò ne sia il fatto che, per esempio, ad ogni uscita pubblica del Comitato costituitosi lo scorso anno, per la raccolta di fondi al fine di realizzare un monumento alle vittime dei bombardamenti del 43, si è sempre registrata la presenza di tante persone, molti , specie giovani, quasi all’oscuro dei fatti che avvennero nella loro terra durante l’estate del 43, oppure che avevano degli stessi una visione parziale o distorta. Numerosi anziani che, volontariamente, hanno iniziato a raccontare le loro storie e mostrare foto e “carte” oramai ingiallite, che chissà per quanto tempo avevano tenuto custodite, oramai dimenticate, nei portafogli: quelli di una volta, con tanti scomparti ove si riponevano, oltre ai documenti, i ricordi più cari. Anche l’università di studi e tradizioni locali del Crocese, che ha dedicato poche settimane fa, un ciclo di seminari all’argomento, ha potuto contare sulla partecipazione di numerosi anziani tra cui molti “crocesi”, che sono intervenuti sull’argomento raccontando le loro storie. Episodi e fatti, spesso inediti e dei quali si sconosceva il loro essersi verificati. Ma anche nel corso degli eventi che vengono organizzati nei comuni della provincia, o nel corso della presentazioni di libri specifici su questo argomento, si nota una partecipazione numerosa ed interessata di pubblico ed, anzi, dobbiamo dire, con grande soddisfazione, che è in crescita il numero di libri, specie quelli che rappresentano le “pietre miliari” in materia, acquistati da foggiani e non solo. La stessa stampa e i media oramai non parlano più dell’estate del 43 solo in occasione del 22 luglio (uno dei giorni tra i più tragici), ma sempre mettono in evidenza le notizie e le iniziative intraprese. Infine, dobbiamo dare atto, che anche grazie alla diffusione dei networks e delle varie piattaforme sociali, oggi molte più persone sono in grado di conoscere, interloquire e partecipare al dibattito sulle vicende che interessarono la loro città.

Sono questi, tutti aspetti che vanno tenuti in considerazione e fare, oramai, propendere, per l’apertura, al più presto, di un museo dedicato agli eventi di cui discorriamo. Tanti foggiani, studiosi , scrittori e giornalisti, nel passato anche recente, hanno richiamato l’attenzione di chi di competenza su questa prospettiva. E se non può essere, almeno all’inizio, un museo, per le ovvie difficoltà di un suo rapido divenire, che sia, quanto meno, organizzata un’esposizione permanente di documenti, cimeli, foto, video, modellismo. Anche in questo caso ci sono oramai abbastanza “segni” che dovrebbero far comprendere che è avvertita tra la gente, la voglia di conoscere e sapere. Basti pensare alle mostre tematiche ( per es. modellismo e aerei d’epoca, materiale armamentario e militare) oppure quelle più generiche che si sono svolte lo scorso anno, a volte solo per uno o due giorni, durante le celebrazioni del 69^ anniversario. Tutte hanno avuto gran seguito.

Sappiamo anche che l’amministrazione Comunale, pur tra le tante difficoltà, ha mostrato interesse allo sviluppo di queste tematiche ribadendo, in occasione di un incontro con i componenti del Comitato sopraccitato e durante la celebrazione , in Piazza Italia, del 22 luglio 2012, la propria disponibilità ad individuare un percorso comune per realizzare un monumento alle vittime dei bombardamenti, ma anche di impegnarsi per reperire la sede idonea per ospitare un museo e diffondere nelle scuole la conoscenza di questa parte importante della storia foggiana.

Ora, però, il 70^ anniversario incalza; è giunto il momento di unire gli sforzi, le conoscenze, le esperienze e i programmi, verso un’unica “mission” che è quella di celebrare, come si conviene, quei tragici avvenimenti. Il monumento ai caduti dei bombardamenti; Il museo; l’esposizione; le conferenze e quant’altro, devono divenire realtà in questo anno. Ce lo chiedono i 20000 morti innocenti; gli anziani, pochi, rimasti a ricordarci quegli eventi e verso i quali abbiamo un grande debito morale. Ce lo chiedono i nostri figli e nipoti che non vogliono, non devono e non possono dimenticare quanto accaduto ai loro nonni. Ce lo chiede quel sottile filo che,da sempre, lega il passato al futuro e che deve essere rafforzato e non deve rischiare assolutamente di essere reciso.

A cura del Presidente e i componenti del “Comitato per la realizzazione del monumento alle vittime dei bombardamenti del l’estate del 43”

This entry was posted on sabato, Gennaio 19th, 2013 at 11:15 and is filed under Iniziative, Memoria. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. Both comments and pings are currently closed.


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