Quegli antifascisti a colpi di titoli di film d’epoca, di Carmine de Leo

804673_10200255464463375_1418929610_n

Gazzetta del Mezzogiorno del 24-02-2013

A volte la protesta politica si è espressa utilizzando con molto successo l’ironia, come in un singolare episodio avvenuto proprio nella nostra città durante gli anni disastrosi della seconda guerra mondiale, esattamente nel 1942.

In quell’anno, l’Italia e la Germania non avevano ancora subito sul piano militare catastrofiche sconfitte ed il Giappone, entrato in guerra al loro fianco, collezionava nell’oceano Pacifico una serie di significative vittorie.

Nonostante queste premesse, però, la popolazione, anche attraverso le lettere dal fronte che, seppur sottoposte a censura, rispecchiavano la realtà di un esercito mandato allo sbaraglio dal fascismo, era stanca degli enormi sacrifici imposti dal governo per affrontare la guerra.

Tra le ultime disposizioni governative, proprio nei primi mesi del 1942, vi era stata l’ulteriore riduzione della razione giornaliera di pane, portata a soli 150 grammi a testa.

Anche a Foggia, la popolazione era stanca dei gerarchi fascisti e serpeggiava nascostamente il malcontento e nei primi mesi del 1942, un gruppo di coraggiosi antifascisti mise in atto una singolare forma di protesta utilizzando l’ironia ed i titoli dei film di successo in quegli anni.

Fu stilata una lista di titoli di film associandola a personaggi del fascismo ed a figure di politici mondiali, oltre che a particolari avvenimenti e furono fatti stampare clandestinamente alcuni volantini, distribuiti a mano ed inviati poi anche per posta.

Di questi ultimi, trascriviamo alcune associazioni ritrovate tra le carte del fondo del Ministero dell’Interno conservate presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma: “Il pirata sono io: Hitler – Un’ora sola ti vorrei: il duce – Il prigioniero di Zenda: Il re – La ragazza del porto: Edda Ciano – I Miserabili: Gli Italiani – Paradiso perduto: L’impero – Eterna illusione: Vincere la guerra – I pirati della Malesia: I Giapponesi – Il chiromante: Il Papa – La portatrice di pane: Carta annonaria – Vivere: Il popolo italiano – Uomini sul fondo: Squadra navale italiana – Cartoni animati: I gerarchi” ed altri ironici accoppiamenti.

La distribuzione di questi volantini a sfondo antifascista e disfattista nella città di Foggia allarmò subito le spie dell’O.V.R.A., la polizia segreta fascista che, grazie a qualche delatore, risalì dopo poco tempo ad un gruppo di antifascisti.

Tra questi coraggiosi alcuni, come Francesco Paolo e Raffaele Berardi ed Antonio Cannone furono prontamente arrestati e condannati dalla Commissione Provinciale per il Confino a risiedere per molti mesi lontano dalla città di Foggia.

Francesco Paolo Berardi, di professione impiegato, fu tradotto a San Giorgio la Molara; Raffaele Berardi, ragioniere presso l’Istituto Poligrafico dello Stato, fu confinato a Guardia Sanframonti; mentre Antonio Cannone, rappresentate di macchine agricole, fu confinato a San Marco dei Cavoti; i tre tornarono dal confino solo alla fine del 1942, grazie ad un’amnistia per i vent’anni del fascismo.

Altri foggiani, tra cui anche alcune donne, furono proposti solo per l’ammonizione, questi i loro nomi: Maria Angeloni, Costantino Bianco, Nicola Delli Santi, Giuseppina Furore ed Olga Trandafilo.

Carmine de Leo

This entry was posted on martedì, Febbraio 26th, 2013 at 18:31 and is filed under Documenti, Storie. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. Both comments and pings are currently closed.


Comments are closed at this time.