La disavventura del pilota Giles Barton nel capoluogo

articolo attaccoQuando si parla di storia spesso si tende a delineare e a raccontare i fatti con la certezza che questi non cambieranno perché ormai passati, ma siamo proprio sicuri che sia sempre così? Noi vi assicuriamo che la realtà è ben diversa, la ricerca non si ferma e quindi saltano fuori sempre nuove carte, foto, documenti e testimonianze che nessuno aveva mai visionato prima o erano cadute nel dimenticatoio aggiungendo tasselli importanti al puzzle immenso che sono gli avvenimenti storici e perché no, a volte anche cambiando e modificando quella che era la storia ufficiale conosciuta fino ad ora. Ecco perché è importantissimo proseguire con le ricerche storiche e non smettere mai di spulciare gli archivi vecchi e nuovi in cerca di informazioni che qualcuno ha tralasciato negli anni.

Torniamo ora a Foggia nel periodo bellico, nonostante la guerra degli anni ’40 sia stata di portata mondiale, ci appare subito immensa la mole e quantità di documenti che gravitano attorno ad quella che era una piccola cittadina del sud Italia, Foggia appunto, e quindi a quanti documenti e informazioni ci siano in giro per il mondo per ogni singola città o paese interessato da bombardamenti o invasione alleata. Dopo ormai 70 anni e circa un centinaio di libri scritti in merito, si pensava che questo sia un capitolo chiuso, che si era ascoltato e visto tutto ma non è affatto così. Proseguendo con la ricerca spuntano sempre nuove ed interessanti informazioni che aggiornano quasi quotidianamente lo scenario di questo ben definito periodo. Tra le altre, la pagina Facebook Foggia in Guerra con il relativo sito web http://foggiainguerra.it sono in continuo e costante aggiornamento per consegnare alla città un quadro completo di quella che fu la tragedia del 1943.

Spunta così la testimonianza di un pilota, Giles Barton che era a Foggia nel gennaio 1944, racconta della sua disavventura, finita bene, avvenuta durante la sua dodicesima missione. ‘Partimmo dalla base aerea di Foggia per bombardare Atene, la missione non era facile ma con una buona dose di coraggio salimmo sul nostro Wellington e decollammo. Era gennaio, il meteo non era dei migliori, dopo qualche perturbazione a circa dieci minuti di volo decidemmo di rientrare perché troppo pericoloso restare in quota. Eravamo molto vicini alla pista del decollo quando il velivolo iniziò a traballare gli scossoni erano violenti, precipitammo. Mi salvai per miracolo, il navigatore, un australiano morì sul colpo, l’aereo era ridotto ad un ammasso di rottami. Solo per una casualità non esplosero gli ordigni che trasportavamo, in caso contrario oltre a disintegrarmi nell’impatto avremmo anche causato ingenti danni al campo aereo.’

Anche il sito della BBC riporta, nella sezione storia sotto il tag Foggia, alcune importanti testimonianze, una di queste è, con foto allegata, quella di un parente di un veterano di guerra che trovando la foto del nonno, soldato della RAF, la pubblica chiedendo maggiori informazioni. La foto probabilmente risale al marzo del 1944, scatta a Foggia, ritrae un ufficiale davanti una tribuna che stringe la mano ad un giocatore, si trattava di un torneo di Football organizzato tra militari, che tra serate e balli non disdegnavano anche di praticare sport. Un altro interessante documento è un video, quello di un rodeo allo stadio di Foggia, una vera e propria ventata americana che ha influenzato, e non poco, la nostra società.

Dai telegrammi Top Secret emergono poi particolari meno lieti dei suddetti. La storia non si scrive con i se e con i ma, però in questo caso possiamo immaginare come sarebbe cambiata la storia se il contenuto del seguente telegramma fosse stato differente. Documento inviato da Hitler a un generale del corpo d’armata nel quale si specifica di prendere il comando su Foggia poiché città strategica e di non distruggerla ma di renderla sede operativa per le missioni sui Balcani. Se il Furher avesse ordinato la distruzione della città, gli alleati avrebbero trovato solo macerie fumanti, probabilmente non saremmo mai esistiti e forse la storia avrebbe assunto un diverso corso. Siamo tutti portati a studiare i grandi avvenimenti del passato, quelli più importanti e che hanno cambiato il mondo senza sapere che sono proprio le decisioni che passano inosservate, che nessuno riporta nei libri di testo, che nessuno cerca negli archivi a modificare l’andamento di un’intera guerra, di un intero popolo e della storia stessa.

This entry was posted on venerdì, Novembre 29th, 2013 at 19:58 and is filed under Memoria, Storie, testimonianze. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. Both comments and pings are currently closed.


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