I ‘foggiani di Fiorello’ quegli americani addestrati a Foggia

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Il Gen. Marieni venne a sapere dal Maggiore Perfetti, suo uomo di fiducia, inviato negli Stati Uniti d’America per acquistare materie prime scarseggianti in Europa, che nel corso del mese di giugno o luglio 1917 gli americani avrebbero inviato a Londra e Parigi una delegazione di aviatori allo scopo di acquistare materiale bellico.

Data la drammatica penuria di materie prime per l’industria, la Direzione Generale dell’Aeronautica aveva intenzione di barattare velivoli, motori e addestramento italiani in cambio di materie prime americane.
Pertanto, per rafforzare i rapporti con gli Stati Uniti, Marieni volle incontrare la delegazione americana ed inviò a Parigi il Maggiore Savoja ed il Capitano Bensi, ambedue della direzione tecnica, per invitare gli americani a visitare le industrie e le scuole di aviazione del nord Italia.

Giornalmente il Generale redigeva di suo pugno una relazione per l’On. Dallolio, Ministro per le Armi e Munizioni, allo scopo di tenerlo costantemente informato.
Il Marieni rende edotto il ministro di aver offerto agli americani la possibilità di addestrare 500 loro piloti (i contatti erano iniziati già nel 1916) e di aver messo a disposizione degli alleati 2 dirigibili per pattugliare le coste atlantiche dell’Europa sempre in cambio di preziose materie prime per l’industria bellica.

Il Ministro Dallolio si sente scavalcato e nella sua breve e stizzosa nota e cerca di bloccare l’iniziativa  che però, come appare dalla risposta del Generale direttore, era stata ben coordinata da tempo ed ormai era cosa fatta.

La missione americana, che restò in Italia dal 20 al 26 luglio 1917, ebbe un gran successo e permise all’Italia di addestrare 500 piloti americani, di fornire all’America numerosi velivoli del tipo Caproni e SVA e di ottenere in cambio anche importanti materie prime strategiche quali acciaio, hangars per dirigibili, legname pregiato ed altro.

L’Aeronautica Militare italiana ha pubblicato nel 1956 un opuscolo, in italiano e in inglese, su quanto fosse importante questo addestramento con tutti i nomi degli avieri e i dettagli delle operazioni, ci sono così tante piccole storie da raccontare, alcune sono finite in un libro come quella di George Lewis, uno dei piloti USAS, che annotò i dettagli del volo (durante la sua carriera divenne uno del gruppo conosciuto come i “Foggiani di Fiorello” ) in una serie di lettere alla sua amata, Bertha Bert Harsch , in Narbeth PA . Oggi le fotografie, articoli di giornale e lettere inviate alla sua amata Bert, sono state recentemente pubblicate nel libro : “Dear Bert: Un Pilota Americano durante la I Guerra mondiale in Italia “ un interessante spaccato della poco conosciuta aviazione della Grande Guerra.  A Parigi i cadetti intrapresero un viaggio di quattro giorni a Foggia, dove infine avrebbero avuto il loro addestramento al volo sotto comando americano, con istruttori italiani e americani. Dalla stazione , marciarono per due miglia al Campo Scuola Aviazione, a sud di Foggia, scrive Lewis . Ci incontrammo e fummo assegnati ai nostri quartieri in baraccamenti permanenti. Avevamo il lusso di letti morbidi, lenzuola e coperte di lana. Le camerate avevano pavimenti piastrellati. C’erano bagni con doccia e tipiche latrine dove si sta in piedi. Il campo era disposto con uno schema con edifici partenti dal cancello principale ed il campo volo dietro. Qui ci sono circa 150 studenti americani qui ora. Parlano tutti bene degli ufficiali italiani. Il Magg. William Ryan è il nostro ufficiale comandante. A Foggia circa 400 americani friggevano per l’esasperatamente lento addestramento. Il 12 gennaio Lewis ottenne il suo primo brevetto, uno di una necessaria lunga serie. Scrisse a Bert con comprensibile entusiasmo :” una giornata meravigliosa, cielo limpido e privo di vento… al mattino ebbi una macchina tutta per me  in volo per più di due ore. Prima feci le spirali, poi i miei otto poi i miei 45 minuti a circa 1500 metri…. nella prima serie di 8 il barografo si staccò e dovetti serrarlo sotto il mio braccio e dovetti controllare il velivolo con una sola mano … ora sono un pilota italiano e entro nel successivo brevetto”.

This entry was posted on lunedì, Dicembre 16th, 2013 at 15:56 and is filed under Memoria, Storie. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. Both comments and pings are currently closed.


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