Testimonianza della signora Celeste

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Di seguito pubblichiamo la testimonianza inviataci da Antonella, figlia della signora Celeste, protagonista della storia.

Il 22 luglio 1943 mia madre aveva 8 anni, sembrano pochi per ricordare ancora, ma mamma ogni anno ne parla. Quel giorno suonò la sirena e nel cielo si vedevano gli aerei che volavano in basso. Il capostrada passò e invitava a stare dentro (teste dentro). Mamma rimase in casa con la sua famiglia (con la madre e i suoi 5 fratelli). Subito dopo si sentì un boato e dopo si seppe che era stata bombardata la stazione ferroviaria. Trovarono la morte dei parenti di suo nonno paterno (madre con sette figli). La nonna di mia madre con alcune sue zie decisero di andare a Faeto, mia nonna decise di rimanere perché mio nonno era stato richiamato alle armi e stava a Cerignola. (Mia madre abitava in via Le Maestre, in una traversa di via Arpi).

Arriviamo così al 19 agosto. Mia madre era nei pressi del comune con un’amica, sentono la sirena, corrono ognuna a casa, le bombe caddero vicino casa e in casa entrò tanta polvere, ai bambini fu dato un fazzoletto bagnato da tenere sulla bocca. Dalle Marcelline, la parte interna caddero materassi. Dopo passò don Alfredo di S. Tommaso, si fermò in ogni casa e chiedeva se era tutto a posto. In quel momento sentirono urlare dalla casa di “Tatonno” Mangano, il barbiere di via Le Maestre, era rimasto sotto le macerie, la sera i figli scavarono a mani nude e lo trovarono morto. Era morta un’amica di mia nonna di nome Assunta, e una compagna di classe di mia madre di nome Anselma. A questo punto mia nonna con i suoi figli decise di andare a Faeto per raggiungere i suoi parenti che erano stati sistemati in una stalla data dal comune.
Mia madre ricorda che su via Napoli tutti piangevano e c’era una fila enorme. A Faeto non é stato semplice, da mangiare era poco e mia madre racconta che il dolore della fame é diverso dagli altri dolori. Tornarono a Foggia nel mese di ottobre e su via Arpi il loro carretto fu fermato da uomini in divisa (gli americani) che quando videro che c’erano i bambini diedero da mangiare e così tornarono a casa che non era stata distrutta, ma attorno c’erano tante macerie, dopo qualche giorno tornarono anche le suore delle Marcelline. Spero di aver detto tutto quello che mamma ogni anno racconta a me e ai suoi nipoti.

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