La disavventura del pilota Giles Barton nel capoluogo

Nov 29th, 2013 Postato in Memoria, Storie, testimonianze | Commenti disabilitati su La disavventura del pilota Giles Barton nel capoluogo

articolo attaccoQuando si parla di storia spesso si tende a delineare e a raccontare i fatti con la certezza che questi non cambieranno perché ormai passati, ma siamo proprio sicuri che sia sempre così? Noi vi assicuriamo che la realtà è ben diversa, la ricerca non si ferma e quindi saltano fuori sempre nuove carte, foto, documenti e testimonianze che nessuno aveva mai visionato prima o erano cadute nel dimenticatoio aggiungendo tasselli importanti al puzzle immenso che sono gli avvenimenti storici e perché no, a volte anche cambiando e modificando quella che era la storia ufficiale conosciuta fino ad ora. Ecco perché è importantissimo proseguire con le ricerche storiche e non smettere mai di spulciare gli archivi vecchi e nuovi in cerca di informazioni che qualcuno ha tralasciato negli anni.

Torniamo ora a Foggia nel periodo bellico, nonostante la guerra degli anni ’40 sia stata di portata mondiale, ci appare subito immensa la mole e quantità di documenti che gravitano attorno ad quella che era una piccola cittadina del sud Italia, Foggia appunto, e quindi a quanti documenti e informazioni ci siano in giro per il mondo per ogni singola città o paese interessato da bombardamenti o invasione alleata. Dopo ormai 70 anni e circa un centinaio di libri scritti in merito, si pensava che questo sia un capitolo chiuso, che si era ascoltato e visto tutto ma non è affatto così. Proseguendo con la ricerca spuntano sempre nuove ed interessanti informazioni che aggiornano quasi quotidianamente lo scenario di questo ben definito periodo. Tra le altre, la pagina Facebook Foggia in Guerra con il relativo sito web http://foggiainguerra.it sono in continuo e costante aggiornamento per consegnare alla città un quadro completo di quella che fu la tragedia del 1943.

Spunta così la testimonianza di un pilota, Giles Barton che era a Foggia nel gennaio 1944, racconta della sua disavventura, finita bene, avvenuta durante la sua dodicesima missione. ‘Partimmo dalla base aerea di Foggia per bombardare Atene, la missione non era facile ma con una buona dose di coraggio salimmo sul nostro Wellington e decollammo. Era gennaio, il meteo non era dei migliori, dopo qualche perturbazione a circa dieci minuti di volo decidemmo di rientrare perché troppo pericoloso restare in quota. Eravamo molto vicini alla pista del decollo quando il velivolo iniziò a traballare gli scossoni erano violenti, precipitammo. Mi salvai per miracolo, il navigatore, un australiano morì sul colpo, l’aereo era ridotto ad un ammasso di rottami. Solo per una casualità non esplosero gli ordigni che trasportavamo, in caso contrario oltre a disintegrarmi nell’impatto avremmo anche causato ingenti danni al campo aereo.’

Anche il sito della BBC riporta, nella sezione storia sotto il tag Foggia, alcune importanti testimonianze, una di queste è, con foto allegata, quella di un parente di un veterano di guerra che trovando la foto del nonno, soldato della RAF, la pubblica chiedendo maggiori informazioni. La foto probabilmente risale al marzo del 1944, scatta a Foggia, ritrae un ufficiale davanti una tribuna che stringe la mano ad un giocatore, si trattava di un torneo di Football organizzato tra militari, che tra serate e balli non disdegnavano anche di praticare sport. Un altro interessante documento è un video, quello di un rodeo allo stadio di Foggia, una vera e propria ventata americana che ha influenzato, e non poco, la nostra società.

Dai telegrammi Top Secret emergono poi particolari meno lieti dei suddetti. La storia non si scrive con i se e con i ma, però in questo caso possiamo immaginare come sarebbe cambiata la storia se il contenuto del seguente telegramma fosse stato differente. Documento inviato da Hitler a un generale del corpo d’armata nel quale si specifica di prendere il comando su Foggia poiché città strategica e di non distruggerla ma di renderla sede operativa per le missioni sui Balcani. Se il Furher avesse ordinato la distruzione della città, gli alleati avrebbero trovato solo macerie fumanti, probabilmente non saremmo mai esistiti e forse la storia avrebbe assunto un diverso corso. Siamo tutti portati a studiare i grandi avvenimenti del passato, quelli più importanti e che hanno cambiato il mondo senza sapere che sono proprio le decisioni che passano inosservate, che nessuno riporta nei libri di testo, che nessuno cerca negli archivi a modificare l’andamento di un’intera guerra, di un intero popolo e della storia stessa.

Quel crocifisso che attraversò tutta l’Italia.

Nov 14th, 2013 Postato in Memoria, Storie | Commenti disabilitati su Quel crocifisso che attraversò tutta l’Italia.

Crocifisso di guerra-3-11-2013 (1).PDF-page-001Articolo di Carmine de Leo

 

La storia dei tragici anni di guerra, rivive attraverso le peripezie di un oggetto testimone del tempo, un antico e pregiato crocifisso del Settecento a grandezza umana. La famiglia dove si trovava la scultura era quella di Michele V. residente a Foggia ma originario della provincia. Il crocifisso era stato acquistato in un’asta pubblica a Lanciano, in Abruzzo, cittadino ove verso il 1930 viveva Michele V. Appeso al muro della camera da letto, dopo alcuni anni a Lanciano, il crocifisso effettuò il primo trasferimento lungo le vie della transumanza, dall’Abruzzo verso la pianura dauna, in treno, avvolto da un panno rosso con cui veniva coperto durante il periodo della Quaresima. In treno l’oggetto sacro fu posizionato in alto sul portabagaglio dello scompartimento e sul sedile sottostante preso posto il capofamiglia Michele V. con il suo bel pizzetto.

Durante il tragitto, ecco il controllo del capotreno, entrato nello scompartimento occupato da Michele V. ed il suo crocifisso, il ferroviere, dopo un attimo di incredulità dovuta alla vista della testa barbuta di Gesù, che gli scossoni del viaggio avevano liberato dal panno rosso, esclamò ‘un Cristo in cielo ed uno in terra!’ associando la barba di Gesù al pizzetto di Michele V. Erano ormai i tristi anni della guerra e nessuno si risentì della simpatica battuta; giunti a Foggia, come al solito, il crocifisso fu sistemato nella camera da letto di Michele V. ma ci sarebbe rimasto per poco. La guerra incalzava e nell’estate del 1943 Foggia subì i terribili bombardamenti aerei e la popolazione fuggì nei paesi e nelle campagne limitrofe. Fu così che la famiglia di Michele V. dovette abbandonare il suo appartamento nel palazzo dell’Incis ma prima depositò il crocifisso presso i frati francescani di Gesù e Maria. Il padre guardiano rilasciò una regolare ricevuta, andata poi dispersa dagli eredi di Michele.

I bombardamenti sulla città di Foggia si intensificarono nei mesi di luglio e agosto 1943 e il palazzo Incis fu duramente colpito. Foggia era una città in macerie e solo dopo il 27 settembre, quando entrò in città l’8^ armata, gli sfollati rientrarono nelle loro città. Anche la famiglia di Michele lasciò la masseria nei pressi dell’Incoronata dov’era rifugiata e, non trovando più un alloggio a Foggia si trasferì a Lucera. Prima di recarsi a Lucera però, Michele andò a riprendere il suo crocifisso dai frati di Gesù e Maria e così, su un carro trainato da un ronzino sopravvissuto alla guerra, l’oggetto sacro, perduto il pregiato panno rosso quaresimale e coperto solo da un misero lenzuolo, insieme a qualche masserizia di fortuna recuperata dalle macerie dell’appartamento dell’Incis, fu trasferito a Lucera. Da questa cittadina, passata la bifera della guerra, la famiglia di Michele V. tornò definitivamente a San Severo, suo paese d’origine e i nipoti ricordano ancora il timore riverenziale che l’antico crocifisso incuteva quando entravano nella camera da letto del nonno. Un suo erede conserva ancora oggi il crocifisso emigrato come tanti meridionali nel dopoguerra, a Varese.

Quando ‘Freddie’ infiammava gli americani

Nov 13th, 2013 Postato in Foggia Occupator, Memoria, testimonianze | Commenti disabilitati su Quando ‘Freddie’ infiammava gli americani

Torniamo a parlare del Maestro Federico Garofalo, musicista foggiano che negli anni dell’occupazione alleata con la sua band, i Parker Boys, spopolò tra le truppe d’oltreoceano entrando nel cuore di tutti con la sua musica coinvolgente e ritmata che rievocava il Jazz, definito il genere musicale ‘Boogie Woogie’, ricevette commenti di stima e congratulazioni dalle più alte cariche militari e non, molto importante è il telegramma in inglese e italiano del capo della Croce Rossa americana a Foggia che si complimentava per le piacevoli serate che i suoi uomini trascorrevano con la sua musica.

Rinominato ‘Freddie’ il giovane Garofalo veniva invitato alle serate negli Enlisted Club, luoghi di svago e ritrovo serale, finì anche sul Foggia Occupator, giornale stampato a Foggia ma in lingua inglese durante gli anni dell’occupazione, rifiutò perfino di espatriare, poichè gli americani gli proposero di andare il California, dove sarebbe potuto diventare un grande musicista di Boogie Woogie. Quando la guerra terminò e si ritornò alla normalità, il Maestro Garofalo continuò con la carriera da musicista sbarcando anche in programmi radiofonici e prendendo parte a noti concorsi musicali dove ebbe sempre menzioni di merito con le sue composizioni e prestazioni memorabili.

In allegato le foto del numero del Foggia Occupator nel quale compare il nome del Maestro inviateci dal figlio, il signor Riccardo.

Qui gli altri articoli sul Maestro Garofalo:

http://foggiainguerra.altervista.org/wordpress/2012/10/23/la-vita-e-lopera-artistica-e-musicale-del-maestro-rico-garofanofinalmente-a-livello-nazionale/

http://foggiainguerra.altervista.org/wordpress/2012/10/13/il-maestro-garofalo-e-i-parker-boys/

http://foggiainguerra.altervista.org/wordpress/2012/05/14/chi-erano-i-parker-boys-raccolta-di-documenti-a-cura-del-dott-salvatore-aiezza/

Umberto Giordano, 65 anni fa la sua scomparsa

Nov 13th, 2013 Postato in Memoria | Commenti disabilitati su Umberto Giordano, 65 anni fa la sua scomparsa

Umberto Menotti Maria Giordano (Foggia28 agosto 1867 – Milano12 novembre 1948) è stato un compositore italiano che ha legato il suo nome ad alcune opere liriche entrate stabilmente nel repertorio internazionale.

Dapprima bocciato all’esame di ammissione al conservatorio di Foggia, studiò poi con Paolo Serrao al conservatorio di Napoli e la sua prima opera –Marina – fu scritta per una competizione promossa, nel 1888, dalla Casa Editrice Sonzogno per la migliore opera di un atto che venne vinta da Pietro Mascagni con la Cavalleria Rusticana. Giordano, che era il più giovane tra i 73 candidati, si classificò al sesto posto suscitando, però, un forte interesse da parte dalla Sonzogno che gli commissionò un’opera da rappresentarsi nella stagione 1891–92. L’opera composta fu Mala vita su libretto di Nicola Daspuro, ispirata alle Scene popolari napoletane in tre atti scritte nel 1889 da Salvatore Di Giacomo e Goffredo Cognetti. È un dramma che ruota attorno a un lavoratore che fa voto di recuperare una prostituta in cambio della guarigione dalla tubercolosi. L’opera suscitò un certo scandalo quando fu rappresentata a Roma nel 1892Mala vita si segnalò subito come una delle più interessanti espressioni del nascente verismo operistico. Venne rappresentata nello stesso anno a Vienna (Staatsoper), Berlino (Krolloper) e Praga, riscuotendo grandi consensi.

Piazza Giordano a Foggia con le statue raffiguranti il compositore e le sue opere

Giordano tentò un approccio più romantico con la sua opera successiva – Regina Diaz, del 1894 su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti and Guido Menasci – che tuttavia non ebbe successo e venne rappresentata solo due volte.

Dopo questo insuccesso il compositore si trasferì a Milano, ritornando al verismo con quello che sarebbe diventato il suo lavoro più conosciuto, l’Andrea Chénier (1896), basato sulla vita dell’omonimo poeta francese con libretto scritto da Luigi Illica.

Anche Fedora (musicata nel 1898) si rivelò un successo e viene tuttora rappresentata frequentemente.

Altri successi arrivarono con Siberia rappresentata alla Scala nel 1903, con Mese mariano al Massimo di Palermo. Nel 1924 l’opera Madame Sans-Gene venne rappresentata al Metropolitan di New York con la direzione di Arturo Toscanini nel 1924. Altre opere successivamente composte ebbero un modesto successo, quali La cena della beffe ed Il re che vennero comunque dirette dal maestro Arturo Toscanini.

Giordano ha anche composto, oltre alle opere liriche, un discreto numero di brani vocali, mottetti e sinfonie.

A Foggia, sua città natia, sono dedicate al musicista il Conservatorio di Musica, il Teatro Comunale ed una piazza a lui dedicata nel 1961 previo trasferimento del Monumento ai Caduti in Piazza Italia e collocazione di una statua a lui dedicata ed una corona di statue rappresentanti i personaggi delle sue principali opere liriche.

Anche il Comune di Torino gli ha intitolato una via , nel quartiere Barriera di Milano, in una zona viaria ricca di intitolazioni a Musicisti classici .

fonte: Wikipedia.it

La Strazzy Opera, guerra di marionette tra sassaiole e scarpate.

Ott 9th, 2013 Postato in Documenti, Foggia Occupator, Memoria, Storie | Commenti disabilitati su La Strazzy Opera, guerra di marionette tra sassaiole e scarpate.

1382184_1390282087872193_1341119180_nArticolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 29 settembre 2013 a cura di Carmine de Leo.

Come una piccola Broadway, anche il teatro delle marionette ebbe a Foggia, durante il periodo bellico, il suo piccolo momento di notorietà.
Il teatro delle marionette o dei pupi molto probabilmente fu presente a Foggia già nel Settecento con qualche sporadica rappresentazione, soprattutto in occasione della grande fiera di Maggio.
Nell’Ottocento, prese dimora nella nostra città una compagnia di pupari, che stabilì il suo piccolo palcoscenico in un locale in Vico Teatro, stradina che scorre proprio accanto al più grande teatro cittadino dedicato ad U. Giordano.
I pupari realizzavano i propri spettacoli in questo locale già utilizzato un tempo come deposito per le carrozze del municipio, che aveva allora la sua sede presso il vicino Palazzo Arpi, sopra l’omonima porta della città.
Le marionette derivano il loro nome dalle “piccole Marie”, raffigurazioni sacre antenate dell’arte dei pupari, sostantivo con cui le “piccole Marie”, governate da c orde e fili di ferro ebbero maggior successo, trasformandosi col tempo in sceneggiature di piccoli pupi ispirate ai poemi come “La canzone di Orlando”, “La Gerusalemme liberata” ed altri.
Notizie certe del teatrino delle marionette e della sua attività si hanno a Foggia col nome di “Opera di Strazzulli” dal nome del proprietario del locale.
Abili pupari realizzavano le marionette e le animavano per i frequentatori del piccolo teatrino, soprattutto ragazzi con pochi spiccioli da spendere.
A partire dal 1943, per alcuni anni,con l’occupazione militare di Foggia, non mancarono tra gli appassionati delle marionette anche parecchi soldati americani ed inglesi.
Pubblicato proprio per loro ed in lingua inglese il periodo “Foggia occupator” dedicò in un suo numero del dicembre 1946 un articolo alla “Strazzy Opera”, com’era chiamato dai militari americani.
Nel pezzo viene descritto dapprima il proprietario del piccolo teatro, chiamato col diminutivo di: “Strazzy” e definito come un “little man of 50 Italian Years, creator and the manager of the oldest theatre in Foggia”, un piccolo uomo Italiano di 50 anni, creatore e manager del più vecchio teatro in Foggia, in una sola stanza con sedie e panche e piccoli attori di legno con costumi greci, romani, corazze, scudi, elmi piumati e piccole spade, mossi dalle mani di “Strazzy” , nascosto al pubblico.
L’anonimo articolista, dopo aver apprezzato il piccolo teatro dei pupi, mette però in guardia gli eventuali spettatori su ciò che accadeva alla fine delle rappresentazioni, vere e proprie guerre tra le diverse tifoserie di Orlando, oppure di Rinaldo, o dei Saraceni, che impegnavano i ragazzi in lanci di frutta marcia, uova, sassi e scarpe, bastoni ed a volte vere e proprie risse per difendere l’onorabilità dei propri beniamini.
Un piccolo, ma violento auditorio da stadio, mentre il povero Strazzullo cercava di calmare gli animi portando in scena, prima di chiudere lo spettacolo, brevi sceneggiate comiche…e tutto finiva in risate e…taralluzz e vin !