ESCLUSIVO! Testimonianze bombardamenti e breve storia di Padre Agostino Castrillo

Pubblico le testimonianze della distruzione dei bombardamenti….un ringraziamento particolare va al sig. Renato Matteo Imbriani, che mi ha dato l’autorizzazione alla pubblicazione.

 

Testimonianze sui bombardamneti del 1943 e notizie del Servo di Dio Padre Agostino Castrillo tratte dalla sua Positio Super Vita, Virtutibus et fama Sanctitas

 

a cura di Renato Matteo Imbriani

 

Dati essenziali

1904-1927 Nasce nel casertano, a Pietravairano, terzo di undici figli, coniuga la prima formazione scolare con l’avviamento al mestiere di calzolaio, e respira profumo francescano nel locale convento dei Minoriti. Entra nel collegio minore francescano nel 1914 a Sepino (CB), ginnasiale al convento di S. Matteo in San Marco in Lamis (Foggia) nel 1917, due anni dopo lo troviamo novizio ad Amelia (Terni), dove professa i voti temporanei nel 1920. Completò gli studi filosofico-teologici a Biccari (1920), San Marco in Lamis (1923), Molfetta (1925), fino alla ordinazione sacerdotale nel santuario della Madonna dei Martiri (1927).

Dal 1927 al 1953 ricopre tutti gli incarichi propri di un religioso francescano disponibile ed obbediente; tra i quali Segretario Provinciale per un sessennio (1933), parroco a Foggia a Gesù e Maria (1936), Ministro Provinciale (1940-1946) della Provincia di San Michele Arcangelo portando avanti quel processo di fraterna fusione tra le Provincie di Foggia, Bari e Campobasso avviato nel 1899.

Nominato vescovo si San Marco Argentano da Pio XII il 17 settembre 1953 fu consacrato a Foggia il 13 dicembre nella parrocchia di Gesù e Maria, e il 3 gennaio 1954 faceva il suo ingresso in diocesi. Qui dopo pochi mesi cominciò ad accusare quei sintomi che poi si rivelarono tumore polmonare con avanzata metastasi, che lo portò alla immobilità. Per dieci mesi il suo letto di dolore divenne cattedra e altare; spirò il 16 ottobre 1955, alle ore 22,30. Aveva solo 51 anni! Già durante la sua agonia il popolo si recava in pellegrinaggio per fargli sentire presenza e solidarietà; nei tre giorni che rimase esposto in cattedrale, fu necessario preservare il corpo poiché i fedeli avevano cominciato a tagliuzzare l’abito e gli stessi capelli del SdD. Fu sepolto nella cripta della cattedrale di San Marco Argentano e la sua tomba divenne meta di devoti pellegrinaggi.

Questa intensa e crescente fama di santità in vita e in morte e dopo morte era coltivata non solo tra i Frati Minori, bensì in larghi strati del popolo di Dio, tra Puglia-Molise e Calabria, ma anche in significativi strati nazionali italiani ed esteri, dove era giunta la memoria della santità di Padre Agostino.

1936. Nominato parroco della parrocchia di Gesù e Maria in Foggia. Tale ufficio ricoprì per un decennio anche durante il sessennio di provincialato per esplicita volontà del Vescovo e beneplacito del Definitorio.

 

1940 il 16 febbraio a Manfredonia venne eletto Ministro Provinciale di S. Michele Arcangelo di Puglia e Molise. Padre Agostino fece presente al definitorio l’incompatibilità tra il suo ufficio di parroco e la nuova carica. Il definitorio non accettò le sue dimissioni e lo autorizzò a proseguire nel servizio parrocchiale, anche perchè era questa la volontà del vescovo di Foggia, e a risiedere nel nuovo conventino di Gesù e Maria, anziché in quello di San Pasquale, che era la sede del Ministro provinciale. Fu mentre era ministro provinciale che la città di Foggia e soprattutto le abitazioni della parrocchia, nel cui ambito si trovava la stazione ferroviaria, furono bersaglio quasi quotidiano dei bombardamenti degli anglo-americani, furono ridotte a cumuli di macerie in quei tragici mesi, chi poteva sfollava rifugiandosi sulle montagne; P. Agostino scrisse le pagine più luminose del suo eroismo caritativo, rimase sul posto e sporcandosi di sangue la tonaca per salvare i feriti ed estrarre i morti dalle macerie.

La sua dedizione toccò l’eroismo durante l’ultima guerra, quando Foggia fu bersaglio di contiunui bombardamenti per via del suo importante nodo ferroviario, che allora faceva parte del territorio della sua parrocchia. Durante gli allarmi si aggirava per i rifugi antiaerei per confortare e pregare insieme: dopo i bombardamenti anglo-americani accorreva in luoghi colpiti per estrarre i cadaveri dalle macerie, tornando in convento a volte con l’abito sporco di sangue.

 

1953 il 7 settembre Pio XII lo nominò vescovo delle due diocesi gemine di S. Marco Argentano e di Bisignano (CA). Venne consacrato a Foggia il 13 dicembre nella parrocchia di Gesù e Maria dai vescovi Gerace e Teano.

 

1954 il 3 gennaio fece il suo ingresso in diocesi. Dopo alcuni mesi nei quali non si risparmiò nella visita di quasi tutti i paesi delle due diocesi, incomiciò ad accusare lancinati dolori inizialmente attribuiti a reumatismi. A metà settembre del 1954 il male; poi rivelatosi come tumore polmonare con avazate metastasi, lo costrinse all’immobilità.

 

Parroco di Gesù e Maria.

 

I poveri.

Viveva da povero, pur potendo vivere agiatamente per via dell’inesauribile generosità dei parrocchiani, ma elargiva soldi e altri beni come se fosse un grande ricco. La sagrestia e la porta del convento erano frequentate continuamente dai poveri in cerca non solo di un pasto, ma spesso di un posto di lavoro. Aveva con essi familiarità fatta di rispetto e di affetto; e anche quando era nell’impossibilità di soddisfare le loro richieste, non li abbandonava. Frequentava le loro case buie e maleodoranti restandovi a lungo per confortare e consigliare. Non si vergognava di salire, in loro compagnia, le scale degli uffici statati e dei tribunali per avallare con la sua autorevole referenza i loro buoni diritti.

Molto tempo prima del Concilio Vaticano II, che ha auspicato una Chiesa povera, Padre Agostino attuò nella sua parrocchia una probante esperienza di vita povera spesa per i poveri.

 

I malati.

Era la categoria umana che lo metteva in crisi di coscienza e alla quale, perciò si sforzava di dare il massimo delle cure e del tempo a sua disposizione. Le famiglie lo veneravano e amavano soprattutto perchè lo vedevano accorrere, come angelo consolatore, al capezzale dei loro cari duramente provati dalla malattia. Fu tra gli ammalati religiosamente indifferenti o miscredenti che, con la sua misericordia di “buon samaritano” ottenne molte conversioni da ideologie massoniche e marxiste, e molti ritorni alla pratica religiosa. Se poi i malati erano anche poveri, allora mobilitava attorno ad essi i suoi amici medici e benefattori, che non gli negavano mai nulla.

 

Ministro Provinciale.

Trovandosi a ricoprire tale carica a cavallo di due periodi difficilissimi, fu attento a discernere i segni dei tempi e ad adeguarsi ai mutamenti sociali e morali che venivano maturando dopo la caduta del Fascismo e la sconfitta dell’Italia a seguito della Seconda guerra mondiale. Seppe leggere con acume nei segni dei tempi e agì di conseguenza. Cosa inaspettata e inusuale per quei tempi, avviò parecchi sacerdoti novelli alle Università statali, e non ebbe timore di concedere per un anno al regista agnostico Roberto Rossellini di servirsi dei chierici di Salerno quali attori del film “S. Francesco giullare di Dio”. In Padre Agostino era predominante il continuo richiamo ai suoi frati alle istanze dei tempi nuovi non tanto come sociologi e uomini colti quanto come autentici francescani, testimoni di valori evangelici, di cui il nazifascismo aveva fatto massacro in mezza Europa.

 

Esame delle Virtù Teologali del SdD P. Agostino Castrillo

 

la Carità verso il prossimo.

Il card. Fernando Antonelli, nel discorso commemorativo così lo ricorda:”Era un uomo di singolare carità. Io lo ricordo, e porto ancora negli occhi e nel cuore, la sua immagine dolce e sorridente, dignitosa e dimessa. Mai una parola, non disco sgarbata, ma men che delicata; mai una critica; mai una disattenzione anche verso i più umili”.

 

La sua carità mandò bagliori vivissimi durante la seconda guerra mondiale, quando Foggia, avendo un importante nodo ferroviario per dove transitavano convogli carichi di truppe alleate e di rifornimenti militari, fu sottoposto a continui bombardamenti. Non pretese l’eroismo degli altri religiosi, anzi invitò gli anziani dei due conventi di S. Pasquale e di Gesù e Maria a rifugiarsi in conventi più tranquilli; ma egli rimase sulla breccia. Il compianto P. Egidio Costantino, in una memoria a stampa dichiara:

 

“in quei tristi giorni, quasi senza riposo, a tutte le ore accorreva con gli altri sacerdoti nei luoghi dei disastri, tra le macerie, nelle corsie degli ospedali per assistere e confortare, aiutare tanti colpiti in fin di vita”.

 

Gerardo De Caro conferma:

 

“quando soffiò la intemperie della guerra e l’uragano di fuoco, e di morte si abbattè su Foggia, noi vedemmo P. Agostino nel tragico agosto del 1943 accanto agli altri frati, primo nel pericolo e all’opera di conforto delle anime, mentre gli obici scoppiavano intorno a lui”.

 

Tommaso Finocchiello, ferroviere in pensione e quasi sempre in parrocchia, aggiunge:

 

“io che gli sono stato vicino posso testimoniare che durante i bombardamenti di Foggia, P. Agostino raccoglieva i morti e i feriti che erano in terra”.

 

Lelia Normanno, teste LII dell’inchiesta rogatoriale, ricorda:

 

“l’eroismo del SdD nel raccogliere per le strade di Foggia le vittime dei bombardamenti. Si portava nei rifugi, durante e dopo le incursioni aeree, incoraggiando tutti con la sua preziosa parola e venendo incontro alle necessità materiali, portando viveri e medicinali. Anche la chiesa di Gesù e Maria non veniva chiusa, ne di giorno ne di notte, per dare assistenza a quanti si trovassero senza tetto e in stato di estrema necessità. Questo stato di necessità è durato tra il luglio e l’agosto del 1943”.

 

il 16 luglio del 1942 si trovava ad Ascoli Satriano per la festa della Patrona: la Beata Vergine del Carmelo. Mentre era a pranzo, arrivò il rimbombo di un ennesimo bombardamento su Foggia.

 

“lasciò il pranzo e seguito da me e da alcuni frati salimmo in terrazza, da dove si poteva vedere il fumo delle bombe e sentirne il fragore. A quello spettacolo P. Agostino, pensando di essere lontano dal suo gregge pregava il Signore e la Madonna per la città di Foggia. Ed io l’ho visto piangere, mentre la città fumigava”.

 

Francesco Paolo Arpaia teste XXIII dell’inchiesta rogatoriale, riferisce il seguente episodio personale:

 

“In un’epoca di violenze, soprusi e distruzioni quale è stato il periodo bellico vissuto nella mia prima giovinezza, solo la figura di P. Agostino s’impose a me e ad altri come uomo di pace, di bontà e di amore fraterno. Mi sentivo molto attratto dalla sua umanità, molto diversa da una norma comune dell’epoca. Nonostante che col supporto della mia famiglia cattolica, sempre io avessi frequentato la chiesa, tuttavia nel prosieguo degli studi liceali, avvertii una certa crisi religiosa, dalla quale devo riconoscere di essere venuto fuori in forza dalla grande testimonianza di carità cristiana portata fino all’eroismo di P. Agostino Castrillo. Infatti, essendo stato ferito nei tremendi bombardamenti di Foggia il giorno 22 luglio 1943, mi ritrovai in stato di semi-incoscienza nell’ospedale militare di Foggia, allestito nei locali dell’Opera Pia Maria Grazia Barone. Ad un certo momento, mentre stavo nel mio letto di dolore, mi ritrovai faccia a faccia con P. Agostino Castrillo, il quale mi benediceva con le mani letteralmente insanguinate, per aver estratto decine e decine di morti e feriti dai cumuli di macerie della città quasi distrutta. In quel momento vidi nell’atteggiamento di P. Agostino una forza che certamente veniva dall’alto e che io non avevo fino all’ora riscontrato negli uomini di potere dell’epoca i quali, al primo serio bombardamento, si erano preoccupati di mettere la propria in salvo fuggendo da Foggia”.

 

Tuttavia, pur impegnato a venir incontro e a soddisfare le impellenti urgenze materiali del suo prossimo, il SdD non dimenticava mai di trasmettere insieme lo spirito delle virtù teologali. Attesta don Antonio Rosiello, teste VII dell’inchiesta rogatoriale,

 

“posso attestare che il suo apostolato infondeva nelle anime una carica di Fede, una viva speranza, una sincera carità, virtù che sapeva comunicare con il suo encomiabile esempio e la sua parola semplice ed efficace. La sua missione, umile e silenziosa, contribuì certamente non solo a inserire tanta gente nel cammino di fede, ma anche ad infondere ferma speranza, sperimentata particolarmente nei giorni calamitosi dei bombardamenti aerei con la strage che colpì il rione Ferrovieri con inaudita ferocia, provocando numerosissimi morti”.

 

Il capostazione delle Ferrovie dello Stato di Foggia, Giacomo Caserta, attesta inequivocabilmente che l’opera di P. Agostino durante la guerra fu eroica:

 

L’anno 1943, durante i bombardamenti aerei, frequenti e micidiali specie sugli impianti ferroviari di Foggia, vidi P. Agostino, soccorrere feriti, comporre salme con un ritmo e una forza che non si potevano certo riconoscere al suo fisico esile, mettendo a repentaglio non poche volte la propria vita”.

Anita Antonetti, teste VIII:”il SdD amava tutti nel Signore, ma soprattutto i poveri e gli ammalati, nei quali contemplava il Signore crocifisso. Durante e dopo i bombardamenti del 1943, il SdD prodigò tutto se stesso per tirare fuori dalle macerie morti e semivivi, aiutato in questo da altri confratelli. Organizzò in parrocchia un servizio assistenza ai senzatetto e a coloro che non avevavno mezzi di sussistenza”.

Giuseppe Marciello, teste XXV:” Durante il periodo bellico, sono testimone della immensa carità di P. Agostino, il quale veniva incontro alle più svariate necessità non solo dei parrocchiani, ma di chiunque ricorresse a lui e di tutti i bisognosi che a lui non ricorrevano per il semplice motivo che a muoversi per primo verso di loro era proprio P. Agostino”.

Padre Tarcisio Castriotta:

del periodo di Ascoli Satriano, ricordo sempre con commozione un episodio. In piena guerra era venuto a farci visita e, mentre si trovava a pranzo, avvertimmo il rimbombo lontano di un bombardamento, lui si interruppe all’istante e corse sulla terrazza del convento seguito da tutti noi. Il bombardamento era infernale e si scaricava sulla città di Foggia. Il suo pensiero corse subito alla sua parrocchia e cominciò a piangere a dirotto. Prese subito il primo mezzo di fortuna, perchè disse- non era giusto che egli se ne stesse lontano mentre i suoi parrocchiani morivano”.

Il suo cuore battè all’unisono con quello dei suoi parrocchiani durante i bombardamenti a tappeto dei caseggiati. Era anche contemporaneamente Ministro provinciale dei Frati Minori di Foggia, tuttavia volle restare nell’occhio del ciclone, come dimostra questa lettera scritta dopo il più disastroso bombardamento della guerra:

Io qui sono alle prese con ogni specie di strazianti dolori” (lettera a Padre Tarcisio Castriotta)

Padre Egidio Costantino verso la fine del 1953 diceva:

il 21 novembre del 1932 il P. Agostino veniva nominato primo parroco francescano della bella chiesa di Gesù e Maria in Foggia, restituita da S.E. Rev.ma Mons. Fortunato Maria Farina ai frati minori…accettava volentieri i disagi di altra natura; andare ogni giorno d’estate col caldo asfissiante, d’inverno affrontando i disagi del freddo, a San Pasquale per le più elementari necessità essendo privo di convento Gesù e Maria, non lo preoccupavano gran che, ma sentire che qualcuno in fin di vita, rinunciava ai Sacramenti, era ostinato dal peccato, non gli davano pace, fino a che la Grazia trionfava. Quanti sacrifici e dolori durante la strage dei bombardamenti. Frattanto il Signore benediceva le fatiche dei figli di San Francesco, ispirando la famiglia Rotundi di costruire spontaneamente e gratuitamente anche la casa materiale alla quale il P. Agostino non aveva mai pensato. Già provinciale aveva preferito rimanere a Gesù e Maria per aiutare, confortare, sostenere chi vi lavorava e lo stesso popolo. In questi tristi giorni, senza quasi mai riposo, a tutte le ore accorreva con gli altri sacerdoti nei luoghi dei disastri, tra le macerie, nelle corsie degli ospedali per assistere, confortare, aiutare tanti colpiti in fin di vita”.

Una testimonianza dei tragici ed eroici momenti.

Lettera inviata il 10 maggio 1987 dal prof. Avv. Pasquale Del Prete, rettore dell’Università di Bari al prof. Soccio.

tra le tante memorie, ella evoca quella di un fatto a me noto per conoscenza diretta….

  1. nel pomeriggio del 22 luglio 1943, all’Ufficio Cifra del Comando della IV Squadra Aerea dove ero stato destinato nell’ultima fase della guerra, cominciarono ad afferire le prime dettagliate notizie del bombardamento (il sesto) effettuato dall’aviazione anglo-americana, su Foggia. Man mano che le informazioni venivano recepite, il quadro degli eventi si faceva più cupo e pauroso: distrutti gli impianti ferroviari; in fiamme la stazione e il centro della città; i quattro isolati dell’Incis travolti dalla furia demolitrice delle bombe da due tonnellate sganciate da quaranta apparecchi in due ondate; incalcolabile il numero dei morti, ma anche certamente ascendente a varie centinaia. Un fonogramma del prefetto di Foggia al Ministero dell’Interno, e ritrasmesso in copia al Comando della IV Squadra Aerea dichiarava testualmente : “ogni opera di soccorso è ostacolata dall’interruzione di tutte le comunicazioni telefoniche e telegrafiche e della rete dell’Acquedotto Pugliese. Al bombardamento, intanto, faceva seguito un feroce mitragliamento a bassa quota contro la gente che cercava scampo nella fuga verso i rifugi:”le strade sono ingombre di macerie, di ferri contorti, di automezzi sventrati, di infissi divelti ed anche di membra umane dilaniate”; in preda al terrore, la grande maggioranza degli abitanti abbandonava la città per trovare asilo nei Comuni più vicini. In tutta questa tragica confusione, la piccola comunità francescana del convento di Padre Agostino accoglieva, nelle sue mura miracolosamente illese, coloro che avevano più bisogno di aiuto e di sostegno morale e materiale, mentre P. Agostino, proprio tra le macerie delle costruzioni Incis avanti menzionate, chiedeva a lei il fazzoletto per depositarvi i “miseri resti umani schizzati sulla parete di un edificio”, e per deporli in devota preghiera sulla terra consacrata del cimitero. Nella notte agitata ed insonne, cercai più volte di individuare il nesso di casualità, che pure mi pareva di avvertire confusamente, tra la violenza della guerra e l’amore francescano della carità e della pace, così come si rivelava in quelle drammatiche condizioni.
  2. Non era trascorso neppure un mese dal nefasto giorno del 22 luglio 1943 e già il 19 agosto il cielo di Foggia era attraversato, non da quaranta ma da trecento bombardieri determinati a sganciare oltre “tremila tonnellate di bombe nel centro e nella periferia della città” (testimonianza del prefetto) “sono pochissimi i fabbricati non colpiti e anche essi risultano sconvolti. La distruzione dell’abitato è quasi totale, tutti i fabbricati degli uffici sono colpiti e gravemente danneggiati. Palazzo del Governo e Municipio, sono sconvolti dall’esplosione dell’alloggio prefettizio quasi completamente distrutto. Colpiti Acquedotti, centrale elettrica, tutti i panifici, gli ospedali…La popolazione terrorizzata è dispersa nei paesi vicini e nelle campagne”.La IV Squadra Aerea dispose l’apprestamento di vari automezzi per inviare tende, medicinali, cibi scatolati etc. e per il trasporto di un contingente di avieri al comando del Tenente Michele Bramante di San Giovanni Rotondo, buon conoscitore della zona e delle persone.

    Il primo rapporto di Bramante dopo l’arrivo a Foggia segnalava lo stato di disperato abbandono della città sfigurata, irriconoscibile e deserta, scossa a tratti dalle deflagrazioni delle bombe a scoppio ritardato, disseminate ovunque per impedire, con la loro insidia perfidamente nascosta, ogni intervento riparatore ed ogni tentativo di soccorso: soltanto “il francescano che reggeva il convento di S. Francesco di Assisi, si vedeva ogni tanto apparire nell’affannosa ricerca di un segno di vita nei corpi straziati sulle strade o emergenti dalle macerie”…

la comunità di Gesù e Maria era composta da Padre Agostino Castrillo, Padre Odorico Tempesta, Padre Egidio Costantino e Padre Bonaventura Albano.

This entry was posted on lunedì, Agosto 22nd, 2011 at 13:25 and is filed under Senza categoria. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. Both comments and pings are currently closed.


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