Testimonianza della signora Celeste

Lug 14th, 2016 Postato in Memoria, Storie, testimonianze | Commenti disabilitati su Testimonianza della signora Celeste

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Di seguito pubblichiamo la testimonianza inviataci da Antonella, figlia della signora Celeste, protagonista della storia.

Il 22 luglio 1943 mia madre aveva 8 anni, sembrano pochi per ricordare ancora, ma mamma ogni anno ne parla. Quel giorno suonò la sirena e nel cielo si vedevano gli aerei che volavano in basso. Il capostrada passò e invitava a stare dentro (teste dentro). Mamma rimase in casa con la sua famiglia (con la madre e i suoi 5 fratelli). Subito dopo si sentì un boato e dopo si seppe che era stata bombardata la stazione ferroviaria. Trovarono la morte dei parenti di suo nonno paterno (madre con sette figli). La nonna di mia madre con alcune sue zie decisero di andare a Faeto, mia nonna decise di rimanere perché mio nonno era stato richiamato alle armi e stava a Cerignola. (Mia madre abitava in via Le Maestre, in una traversa di via Arpi).

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La guerra e la ricostruzione, testimonianza del signor Sante G.

Feb 10th, 2014 Postato in Memoria, Storie, testimonianze | Commenti disabilitati su La guerra e la ricostruzione, testimonianza del signor Sante G.

verna banner grande Quando si parla di storia, per comprendere i vari meccanismi, gli stati d’animo e cosa realmente avvenne, spesso bisogna andare oltre alla storia ufficiale, quella che si studia sui libri ed ascoltare, quando possibile, i testimoni che vissero sulla propria pelle i tragici avvenimenti che il passato ci ha riservato. Di seguito la testimonianza del signor Sante G. che con lucidità e tanta commozione rivive quei momenti quando, all’epoca, era poco più di un ragazzino. Era l’estate del 1943, io vivevo a San Severo e la guerra fino a quel momento ci sembrava molto lontana, quando un giorno tutti iniziarono a correre, si avvicinavano i bombardieri alleati, non potevamo sapere quale fosse il loro obiettivo quindi chi poteva si rifugiava in scantinati o su alberi di ulivo nelle campagne vicine, quel giorno fu preso di mira un accampamento tedesco e la vicina città di Foggia fu duramente colpita. Dopo quell’ondata di terrore e distruzione, a Foggia non c’erano posti per dormire, tutto era distrutto, si costruirono in fretta capanne di lamiera e di materiali reperibili per le strade, vidi che alcuni recuperavano le lamiere dai carri armati distrutti, anche i tedeschi avevano molta paura, capirono subito che non c’era nulla da fare se non nascondersi e scappare durante i bombardamenti. Cercavano di nascondersi tra i civili e forse anche per questo la popolazione civile fu duramente colpita.   I miei ricordi più lucidi sono quelli del dopoguerra, quando iniziò la ricostruzione. Mi stabilì a Foggia, dove c’era tanto lavoro, c’era un’intera città da rimettere in piedi, mi affidarono una sorta di tre ruote con il retro ribaltabile, io e altri ragazzi dovevamo raggiungere i posti paludosi vicino Foggia e raccogliere terra e fango per poi portarla ai cantieri. Un ragazzo della mia squadra un giorno mi disse di aver trovato molti soldi tra le macerie di un edificio ridotto in polvere. Oltre a lavorare assistevamo anche a scene poco belle, gli americani ormai si erano stabiliti in città, la sera molti di loro erano ubriachi, facevano i prepotenti con le ragazze e ci sono anche stati episodi di omicidio tenuti ben nascosti dai militari. Dall’altro lato c’eravamo noi, molti ragazzi come me andavano in giro a raccogliere ferro ed alluminio per sopravvivere.   Il periodo della ricostruzione durò almeno vent’anni e oltre a sistemare le zone colpite ci furono nuove costruzioni, si arrivò a via Ascoli, nei pressi di villa Scaramella, ricco proprietario terriero. All’epoca c’era ancora il piano delle fosse in funzione, era un grande mercato, ricordo che c’erano molti venditori di fichi, nelle fosse si conservavano tutti i beni che non venivano venduti in giornata e non era raro vedere estrarre molto cibo avariato e ormai ammuffito. Dopo gli anni ’60 tutto questo sparì per far spazio alle nuove abitazioni. Molti foggiani persero la casa e durante la ricostruzione costruirono una sorta di baraccopoli a via San Severo, molte erano quelle lasciate dagli americani che andarono via dopo pochi anni, si creò un piccolo paese dove c’erano gli sfollati foggiani.   La vita non era facile, dopo la guerra il lavoro c’era ma era molto duro e faticoso, per vivere io stesso andai a spalare i carboni per i treni che all’epoca erano a vapore, ogni carro conteneva 24 tonnellate di carbone e il lavoro era tutto di braccia. Le condizioni igieniche non erano di certo buone, rischiami molte volte di morire, prima di Tifo, poi di Malaria, tuttavia mi salvai e ripresi a lavorare. pub ccm gr

La disavventura del pilota Giles Barton nel capoluogo

Nov 29th, 2013 Postato in Memoria, Storie, testimonianze | Commenti disabilitati su La disavventura del pilota Giles Barton nel capoluogo

articolo attaccoQuando si parla di storia spesso si tende a delineare e a raccontare i fatti con la certezza che questi non cambieranno perché ormai passati, ma siamo proprio sicuri che sia sempre così? Noi vi assicuriamo che la realtà è ben diversa, la ricerca non si ferma e quindi saltano fuori sempre nuove carte, foto, documenti e testimonianze che nessuno aveva mai visionato prima o erano cadute nel dimenticatoio aggiungendo tasselli importanti al puzzle immenso che sono gli avvenimenti storici e perché no, a volte anche cambiando e modificando quella che era la storia ufficiale conosciuta fino ad ora. Ecco perché è importantissimo proseguire con le ricerche storiche e non smettere mai di spulciare gli archivi vecchi e nuovi in cerca di informazioni che qualcuno ha tralasciato negli anni.

Torniamo ora a Foggia nel periodo bellico, nonostante la guerra degli anni ’40 sia stata di portata mondiale, ci appare subito immensa la mole e quantità di documenti che gravitano attorno ad quella che era una piccola cittadina del sud Italia, Foggia appunto, e quindi a quanti documenti e informazioni ci siano in giro per il mondo per ogni singola città o paese interessato da bombardamenti o invasione alleata. Dopo ormai 70 anni e circa un centinaio di libri scritti in merito, si pensava che questo sia un capitolo chiuso, che si era ascoltato e visto tutto ma non è affatto così. Proseguendo con la ricerca spuntano sempre nuove ed interessanti informazioni che aggiornano quasi quotidianamente lo scenario di questo ben definito periodo. Tra le altre, la pagina Facebook Foggia in Guerra con il relativo sito web http://foggiainguerra.it sono in continuo e costante aggiornamento per consegnare alla città un quadro completo di quella che fu la tragedia del 1943.

Spunta così la testimonianza di un pilota, Giles Barton che era a Foggia nel gennaio 1944, racconta della sua disavventura, finita bene, avvenuta durante la sua dodicesima missione. ‘Partimmo dalla base aerea di Foggia per bombardare Atene, la missione non era facile ma con una buona dose di coraggio salimmo sul nostro Wellington e decollammo. Era gennaio, il meteo non era dei migliori, dopo qualche perturbazione a circa dieci minuti di volo decidemmo di rientrare perché troppo pericoloso restare in quota. Eravamo molto vicini alla pista del decollo quando il velivolo iniziò a traballare gli scossoni erano violenti, precipitammo. Mi salvai per miracolo, il navigatore, un australiano morì sul colpo, l’aereo era ridotto ad un ammasso di rottami. Solo per una casualità non esplosero gli ordigni che trasportavamo, in caso contrario oltre a disintegrarmi nell’impatto avremmo anche causato ingenti danni al campo aereo.’

Anche il sito della BBC riporta, nella sezione storia sotto il tag Foggia, alcune importanti testimonianze, una di queste è, con foto allegata, quella di un parente di un veterano di guerra che trovando la foto del nonno, soldato della RAF, la pubblica chiedendo maggiori informazioni. La foto probabilmente risale al marzo del 1944, scatta a Foggia, ritrae un ufficiale davanti una tribuna che stringe la mano ad un giocatore, si trattava di un torneo di Football organizzato tra militari, che tra serate e balli non disdegnavano anche di praticare sport. Un altro interessante documento è un video, quello di un rodeo allo stadio di Foggia, una vera e propria ventata americana che ha influenzato, e non poco, la nostra società.

Dai telegrammi Top Secret emergono poi particolari meno lieti dei suddetti. La storia non si scrive con i se e con i ma, però in questo caso possiamo immaginare come sarebbe cambiata la storia se il contenuto del seguente telegramma fosse stato differente. Documento inviato da Hitler a un generale del corpo d’armata nel quale si specifica di prendere il comando su Foggia poiché città strategica e di non distruggerla ma di renderla sede operativa per le missioni sui Balcani. Se il Furher avesse ordinato la distruzione della città, gli alleati avrebbero trovato solo macerie fumanti, probabilmente non saremmo mai esistiti e forse la storia avrebbe assunto un diverso corso. Siamo tutti portati a studiare i grandi avvenimenti del passato, quelli più importanti e che hanno cambiato il mondo senza sapere che sono proprio le decisioni che passano inosservate, che nessuno riporta nei libri di testo, che nessuno cerca negli archivi a modificare l’andamento di un’intera guerra, di un intero popolo e della storia stessa.

Quando ‘Freddie’ infiammava gli americani

Nov 13th, 2013 Postato in Foggia Occupator, Memoria, testimonianze | Commenti disabilitati su Quando ‘Freddie’ infiammava gli americani

Torniamo a parlare del Maestro Federico Garofalo, musicista foggiano che negli anni dell’occupazione alleata con la sua band, i Parker Boys, spopolò tra le truppe d’oltreoceano entrando nel cuore di tutti con la sua musica coinvolgente e ritmata che rievocava il Jazz, definito il genere musicale ‘Boogie Woogie’, ricevette commenti di stima e congratulazioni dalle più alte cariche militari e non, molto importante è il telegramma in inglese e italiano del capo della Croce Rossa americana a Foggia che si complimentava per le piacevoli serate che i suoi uomini trascorrevano con la sua musica.

Rinominato ‘Freddie’ il giovane Garofalo veniva invitato alle serate negli Enlisted Club, luoghi di svago e ritrovo serale, finì anche sul Foggia Occupator, giornale stampato a Foggia ma in lingua inglese durante gli anni dell’occupazione, rifiutò perfino di espatriare, poichè gli americani gli proposero di andare il California, dove sarebbe potuto diventare un grande musicista di Boogie Woogie. Quando la guerra terminò e si ritornò alla normalità, il Maestro Garofalo continuò con la carriera da musicista sbarcando anche in programmi radiofonici e prendendo parte a noti concorsi musicali dove ebbe sempre menzioni di merito con le sue composizioni e prestazioni memorabili.

In allegato le foto del numero del Foggia Occupator nel quale compare il nome del Maestro inviateci dal figlio, il signor Riccardo.

Qui gli altri articoli sul Maestro Garofalo:

http://foggiainguerra.altervista.org/wordpress/2012/10/23/la-vita-e-lopera-artistica-e-musicale-del-maestro-rico-garofanofinalmente-a-livello-nazionale/

http://foggiainguerra.altervista.org/wordpress/2012/10/13/il-maestro-garofalo-e-i-parker-boys/

http://foggiainguerra.altervista.org/wordpress/2012/05/14/chi-erano-i-parker-boys-raccolta-di-documenti-a-cura-del-dott-salvatore-aiezza/

150 anni fa il Re Vittorio Emanuele inaugurava la ‘Strada ferrata di Foggia’

Nov 8th, 2013 Postato in Storie, testimonianze | Commenti disabilitati su 150 anni fa il Re Vittorio Emanuele inaugurava la ‘Strada ferrata di Foggia’


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L’articolo è a cura di Salvatore Aiezza, in allegato pubblichiamo anche le tre Gazzette Ufficiali del 1863 relative a quella notizia.

Il 10 novembre è una data molto importante nella storia di Foggia.Data che tutte le componenti sociali della nostra città dovrebbero ricordare. Quel  giorno di 150 anni orsono: il 10 novembre 1863, Sua Maestà  il Re Vittorio Emanuele, inaugurò personalmente la  “Strada ferrata di Foggia”, (come si legge nelle cronache ufficiali del tempo). Quella ferrovia che sarà, per oltre cento anni, sino all’attuale decadimento, il punto di orgoglio della nostra Capitanata: Emblema di una città e crocevia di traffici di merci e persone tra le più importanti d’Europa.

La costruzione e l’esercizio delle ferrovie nelle province  meridionali, e nella Lombardia, dopo alterne vicende, era stata concessa  al Banchiere livornese: Conte Pietro Bastogi, presidente della “Società per le strade ferrate meridionali”, con una Legge, diremmo oggi, “ad personam”, promulgata da Re Vittorio Emanuele. La Legge, nr 763 del 21 agosto 1862, composta da un solo articolo,  venne pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia nr 199 del successivo 22 agosto, unitamente alla convenzione  che disciplinava la concessione alla Bastogi. Nella Legge era prevista la costruzione,  tra le altre,  delle seguenti linee che interessavano il nostro territorio:

-Una linea lungo il litorale adriatico da Ancona ad Otranto per Termoli, Foggia,  Barletta, Bari, Brindisi e Lecce, con una diramazione da Bari a Taranto
-Una linea da Foggia a Napoli per Ascoli, Eboli e Salerno
E  fu proprio la linea adriatica ad avere l’alto onore di essere inaugurata da Sua Maestà. I lavori per la tratta ferroviaria erano già iniziati nel 1861, sulla direttrice Pescara/Foggia,  ma nella primavera del 1863  non si era ancora completato l’ultimo tratto da Ortona a Foggia. Per tale motivo la società del Conte Bastogi fu costretta a lavorare incessantemente ed anche ricorrendo a qualche stratagemma, in vista dell’arrivo di Sua Maestà il quale, prevedendo l’importanza che la direttrice adriatica avrebbe assunto nello Stato unitario, appena nato, decise di “verificare” personalmente l’avanzamento dei lavori. Sebbene da taluni  sconsigliato dall’intraprendere il lungo e faticoso viaggio,  attesa la non ancora testata efficienza  delle rotaie e del materiale rotabile ( carrozze, locomotive ecc), il Re decise che sarebbe sceso da Torino, sino a Foggia , nel mese di  novembre 1863.

Dalle cronache riportate sulle Gazzette Ufficiali del Regno d’Italia nr 265 e nr 266 del 9 e 10 novembre 1863, apprendiamo i particolari del viaggio. La notizia venne data dalla Casa Reale, e riportata sulla G.U. nr 265, con la seguente dicitura: “Il Re parti’ all’1 pom da Torino per l’inaugurazione della strada ferrata di Foggia”. Il giorno otto novembre, alle ore 1  pomeridiane due convogli partirono dal capoluogo Piemontese in direzione della nostra città. Il treno con gli inviati precedette, sino alla stazione di Ortona, quello dove viaggiava il Re, accompagnato dalla Corte militare, dal Generale La Marmora, Dai Ministri e dal Corpo Diplomatico. Anche numerosi esponenti della società costruttrice erano presenti.  Il viaggio durò tutta la notte e solo l’indomani, 9 novembre, alle ore 9 del mattino i treni giunsero  ad Ortona  da dove il convoglio  “Reale” precedette l’altro.  Ripreso il viaggio, i restanti poco meno di 160Km vennero percorsi  in circa 10 ore.  Il Re d’Italia giunse a Foggia soltanto alle ore 7 della sera del 9 novembre. Lungo tutto il percorso fu un tripudio di feste ed onori al Re. Moltissimi i telegrammi e messaggi giunti dalle reali prefetture alla Real Casa Torinese e fedelmente riportati sulle Gazzette Ufficiali sopra citate: Il giorno 8, Ad Alessandria,Parma, Reggio, Forli’, Rimini, Ancona Pesaro ed Ordina, il Re fu accolto da bande musicali, gente in festa e autorità di ogni livello. La G.U. nr 266 del 10 novembre 1863, data ufficiale dell’inaugurazione della strada ferrata( non del fabbricato della stazione che ancora non esisteva), riporta invece, alla pag.3, il seguente resoconto ufficiale della visita del Re a Foggia: “Sua Maestà è arrivata a Foggia alle ore 7 pomeridiane, dopo un viaggio felicissimo sopra una ferrovia lunga 900 km Su tutta la linea S.M. fu accolta da numerosissima Guardia Nazionale e da popolazione entusiasta.Anche nelle ore più tarde della notte le stazioni erano splendidamente illuminate. A Pescara e a Foggia le funzioni religiose furono celebrate dai Vescovi di Penne e Sant’Angelo dei Lombardi. A Foggia Sua Maestà fu acclamato con entusiasmo indicibile e tutta la stazione addobbata e illuminata gremita di popolo. La strada (ferrata) è magnifica, per difficoltà vinte e  tempo impiegato prodigioso. Le popolazioni degli Abruzzi, della Capitanata, del Molise, scese dai monti e venute ( a Foggia) da lungi, con rami di olivo e bandiere, erano affollate lungo la linea. I Vescovi di Penne, San Benedetto e di Pescara, vennero con il loro clero a rendere omaggio al Re. Il Vescovo di Sant’Angelo dei Lombardi ricevè la Maestà Sua, alla stazione di Foggia col clero, in forma solenne. Il Re discese a tutte le stazioni della linea, mescolandosi alla folla accorsa. A Foggia, essendo impossibile alla vettura Reale di cammigiornata inaugurale vissuta a Foggia e dai fnare, in causa della folla, Sua Maestà ha dovuto entrare a piedi.”.

Dopo la felice giornata  inaugurale vissuta a Foggia e dai foggiani, il 10 novembre 1863, ripresero i “regolari” lavori e solo dopo più di un anno, cominciarono i collegamenti regolari tra Foggia verso il Nord Italia….ma questa è un’altra storia!

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