Testimonianza inviata da Anto Paky

Mag 28th, 2013 Postato in testimonianze | Commenti disabilitati su Testimonianza inviata da Anto Paky

418533_431262020253657_2111990723_nIo ho vissuto i periodi della guerra attraverso i racconti di mia nonna, classe 1903, e dei miei zii. Ricordo un aneddoto tristemente “simpatico”: era il 1943 e i miei nonni con i miei zii e mia madre di pochi mesi, abitavano in campagna in zona salice. Mia nonna aveva da poco sfornato una specie di panettone da mangiare per una ricorrenza (se non ricordo male, doveva essere la Pasqua) e quindi lo depositò ben coperto sul pensile della cucina (sop ‘o st’pett) raccomandandosi con i figli di nn toccarlo! Di lì a poco, cominciarono i bombardamenti, tutti cominciarono a scappare verso il rifugio più vicino, tutti tranne il secondo dei figli. Mia nonna non vedendolo, tornò in casa e lo vide intento ad arrampicarsi verso il panettone! “Giuà che st’j facenn?” (Giovanni, cosa stai facendo) – disse mia nonna e lui di tutta risposta disse “Mammà si proprij agghià murì, vogghij ess sazij!” (Mamma se proprio devo morire, voglio essere sazio).

Passavo ore intere ad ascoltare mia nonna e ancora oggi rieccheggiano in me le sue parole!
Loro si che hanno conosciuto la fame, il terrore, gli stenti…quante ne hanno passate

Testimonianza di Eva Passione, classe 1928

Mag 27th, 2013 Postato in testimonianze | Commenti disabilitati su Testimonianza di Eva Passione, classe 1928

La mattina del 22 luglio 1943, quando suonò l’allarme ero intenta a pulire le cipolle. All’epoca ero appena 15 enne, e abitavo in Via Arpi, nell’edificio tuttora esistente, adiacente la chiesetta di Santa Teresa. Mia madre, malata, non voleva assolutamente muoversi da Foggia, già all’indomani del primo bombardamento, così scendemmo velocemente le scale e ci rifugiammo nello scantinato di fronte,
in cui vi era una gelateria, da Pepp ‘u gelataie ( tale Giuseppe Curcetti).
Appena riuscimmo ad infilarci in questo scantinato, una bomba centrò la chiesa di Santa Teresa, la quale, rovinando, alzò un enorme nuvola di polvere la quale avvolse velocemente lo spazio angusto pieno di persone. Pochi attimi e non si respirava più, mentre da fuori su udivano le urla strazianti delle persone sotto le macerie. Un giovane, Ezio, un militare, rifugiatosi anche lui nella grotta per poter fare respirare me e le altre persone, si tolse la canottiera, la spezzò con i denti in tante strisce che bagnò in una scodella di acqua, facendo poi portare alla bocca di molte persone queste pezze imbevute
di acqua per non farle soffocare. Verso le 14:30 lasciammo la grotta e molto di fretta e a fatica, muovendoci tra le macerie e i morti di Via Arpi, Via Fuiani e la zona delle Marcelline, raggiungemmo Via Napoli, dove soldati Italiani ci fecero salire su un camion che partì subito verso Bovino, dove arrivammo verso sera, stanchi, affamati, assetati, impauriti. Ci sistemarono in una scuola, per terra, senza niente, senza panni, senza effetti personali. Lasciammo la casa aperta, dove,
ovviamente, non lasciarono nulla e successivamente fu anche occupata abusivamente.
Giuseppe Capolongo, 28 maggio 2013, 70° anniversario bombardamenti di Foggia.

I campi medici militari a Foggia.

Mag 27th, 2013 Postato in Documenti | Commenti disabilitati su I campi medici militari a Foggia.

61stLa 61st Station Hospital fu una delle prime stazioni mediche militari, ideata e gestita da George B. German, e le ostetriche del Cooper Hospital fu operativa nelle basi del Mediterraneo dal 1942 al 1945. Si spostò dall’Algeria a Foggia e restò fino alla fine della guerra. Svolse un ruolo molto importante, di coordinamento l’attrice americana Madeleine Carroll che si occupò anche degli orfani di guerra.

All’età di 22 anni, Ruth Hamilton diventò supervisore del reparto pediatrico nell’ospedale di Camden, in New Jersey, come molte giovani donne, volle fare di più e si arruolò tra le fila dell’U.S. Army Nurse Corps nel 1942. Le fu assegnata la 61° stazione a El Guerrah, in Africa. Fu il primo ospedale da campo formato da un gruppo di statunitensi che lavoravano in squadra per fornire assistenza alle truppe e alla popolazione civile. Provenivano tutti dal Cooper Hospital. Dopo dieci mesi in Africa, l’ospedale da campo fu spostato dal Nord Africa alla Sicilia, per passare poi a Foggia con l’unità del generale Patton. Affinchè le truppe del generale Patton fossero sempre assistite, i 500 posti letto erano sempre nelle vicinanze del raggio d’azione dei combattimenti. Purtroppo le truppe soffrirono molto di problemi gastrointestiali a causa della cattiva conservazione dei rifornimenti durante i lunghi viaggi in nave e anche se all’apparenza erano salutari i cibi risultavano molte volte avariati. Morì un elevato numero di soldati a causa di infezioni alimentari.

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La signora Hamilton

A causa della sua inesperienza ed ingenuità molte infermiere approfittarono della situazione traendone vantaggi personali. Una mattina dopo la stesura del bollettino di Guerra le fu ordinato di prendere in cura un militare che aveva problemi intestinali, era proprio il generale Patton, quest’ultimo le inviò una nota ‘Non più scherzi’ che è ancora conservata nell’archivio personale della signora Hamilton. I suoi ricordi più vividi sono quelli in Italia, le truppe recintavano e coprivano il campo medico per difenderlo dagli attacchi ma il rumore fragoroso delle bombe è ancora nella sua memoria. Ringrazia sempre i soldati americani per la gentilezza e la cortesia mostrata nei confronti delle infermiere donne nei campi medici. Il 61st ha accolto e curato oltre 20 mila soldati in tre anni. Due infermiere morirono in un incidente e cinque soldati morirono in un raid aereo mentre erano appostati per difendere l’ospedale da campo. Nove dei componenti hanno ricevuto la medaglia di bronzo e le tre stellette da battaglia.

La signora Hamilton si sposò con un ufficiale in Italia, finita la guerra e ritornata negli States ebbe due figlie, raccontò la sua guerra fiera di essere stata una delle poche ad aver avuto a che fare con il generale Patton e a conservarne ancora la nota.

photo_230308_16208094_1_1_20130427Un altro gruppo presente a Foggia per prestare soccorso ai soldati e alla popolazione civile era il 55th Station Ospital che ha alle spalle una curiosa storia, una crocerossina americana, George Bertha Sandy, dopo aver girato vari campi medici ed approdata in Italia, si sposò a Foggia, nella cappella del 55th Station Ospital con un soldato conosciuto sull’isola di Capri, le nozze ebbero luogo il 16 novembre 1946 con il Sgt. Frank George con il quale partì in luna di miele a Parigi. Prestò servizio a Napoli presso il 392 Station Hospital, a Marina di Pisa

 

La signora George è scomparsa il 25 aprile 2013

 

 

Il brano sulla signora Hamilton è tratto dal volume ‘Siter in War’

15th Air Force Organisation, equipaggiamenti e basi in Puglia.

Mag 14th, 2013 Postato in Documenti | Commenti disabilitati su 15th Air Force Organisation, equipaggiamenti e basi in Puglia.

310215_553813961331795_1805898466_nDopo l’entrata a Foggia, tra il 27 settembre e i primi giorni di ottobre del 1943, le truppe alleate si stanziarono nei campi aerei allestiti in pochi giorni attorno al capoluogo Dauno. La loro presenza ha lasciato un segno profondo nella nostra città e cultura. Hanno esportato la loro musica, divinamente interpretata dal Maestro Rico Garofalo, allietando le serate delle truppe presenti in città, i chewingum, molto richiesti soprattutto dai ragazzini e le sigarette, già presenti in Italia ma che regalavano in cambio di piccoli favori e all’epoca era il vero contante. In rete abbiamo trovato una tabella con la lista degli squadroni e le relative località pugliesi in cui stanziavano le truppe.

Sono gli squadroni del 15° gruppo aereo, che disponevano di B-17 e B-24. Alloggiavano solitamente in tende e in ogni campo c’erano tende e locali appositi per i brifieng e le riunioni per le missioni. Dal nostro territorio partirono molte missioni per tutta Europa, soprattutto per Ploesti, in Romania, altra città fortemente bombardata dagli alleati.