Una Mata Hari italiana processata dalla Corte d’Assise di Lucera nel 1915

Tratto da ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’ del 16/12/2008, articolo di Carmine de Leo

Durante gli anni della prima guerra mondiale i sospetti e le paure per eventuali episodi di spionaggio da parte delle potenze nemiche come l’impero Austro-Ungarico e la Germania erano all’ordine del giorno.

Vittima di questo clima di caccia alle streghe fu, nel 1915, un’avvenente signora veneta, Ermenegilda Graziani, ritenuta una piccola Mata Hari da inquirenti molto fantasiosi.

La signora fu arrestata nel giugno del 1915 e detenuta fino al settembre del 1916, periodo in cui si svolse il processo innanzi alla Corte d’Assise di Lucera con l’imputazione di aver “rilevato segreti politici e militari concernenti la sicurezza dello Stato Italiano ad agenti dell’Austria e della Germania”.

In particolare, la nostra Mata Hari locale era accusata di aver tenuto una corrispondenza più o meno segreta con il console austro-ungarico residente nella cittadina di Durazzo, oggi in Albania.

Tra i testimoni chiamati a deporre innanzi alla corte vi furono vari professori, avvocati, diplomatici e militari, con cui la Graziani aveva avuto rapporti sentimentali.

La signora era una rappresentante di lingerie di una ditta di milanese, nata a Padova nel 1874, colpita da tifo in Bari, aveva perduto in un furto tutto il suo campionario durante la lunga degenza di questa malattia, periodo in cui conobbe un impiegato del consolato germanico e da qui iniziarono i suoi guai ! Spostatasi a Foggia nel maggio del 1915, fu malvista dal personale degli alberghi e pensioni in cui alloggiava; il suo accento nordico ne alimentava i sospetti.

La città di Foggia fu durante la prima guerra mondiale un centro di interessi strategici molto importanti, dato che la non lontana ed opposta sponda adriatica era territorio nemico e proprio sul Gargano, in località S.Nicola Imbuto sul lago di Varano, era appena stata costruita una segretissima base di idrovolanti, oggi abbandonata, ma che fu in uso fino agli anni ’50 del Novecento.

Denunciata per spionaggio la signora fu arrestata e detenuta per molti mesi in Lucera, strazianti sono le sue lettere al Procuratore del Re…”il mio triste stato… Sola al mondo come disgraziatamente mi trovo vengo completamente abbandonata da tutti. Nessuno si occupa di me depositata in questo misero tugurio come addirittura fossi una bestia, anziché una creatura”.

La Graziani si era professata subito innocente ed al Presidente della Corte d’Assise di Lucera scriveva…”Sono una disgraziata figlia d’Italia, non una delinquente”.

La vicenda della nostra Mata Hari italiana si concluderà infine con un’assoluzione, chiesta dallo stesso Procuratore del Re ed il rimpatrio nella sua città natale della Graziani.

Carmine de Leo

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