Diario di guerra del sig. Tannoia, prigioniero foggiano.

Ott 27th, 2012 Postato in Documenti, Memoria, Storie, testimonianze | Commenti disabilitati su Diario di guerra del sig. Tannoia, prigioniero foggiano.

Quella che segue è la trascrizione del diario che il soldato Tannoia Giuseppe, papà dell’attuale Presidente della prima circoscrizione Croci-Arpi, scrisse poco prima della sua liberazione, all’indomani dell’armistizio, su sollecitazione di altri prigionieri. Dal foglio di congedo militare , sotto riportato, si rileva che egli venne messo in congedo il 18 settembre 1945. Un particolare: il foglio di congedo è stato rilasciato a San Severo, dove era ancora “sfollato” il nostro distretto militare.

Il soldato Tannoia Giuseppe venne ricoverato nell’ospedale militare di Niedermarsberg dal 13 al 31 gennaio 1944 a seguito di una ferita ( si veda l’allegato certificato) . Il suo diario lo scrisse sul libretto personale rilasciato a tutti i soldati che partivano per la guerra, ed aveva l’intestazione “Ospedale di Campo nr 485” E’ scritto in un buon italiano; a tratti persino forbito nel parlare, se consideriamo che il signor Giuseppe aveva le scuole elementari che già all’epoca erano un buon traguardo, ed esercitava il mestiere di barbiere, per cui aveva avuto di parlare e ascoltare molte persone. Fu prigioniero in Germania in uno Stalag, (nr 45), (termine utilizzato per indicare i campi di prigionia tedeschi per prigionieri di guerra, non civili e, in genere riservate ai militari di truppa).

Foglio di congedo illimitato

Il diario è un insieme di sentimenti diversi e di descrizione della dura realtà in cui si trovavano questi prigionieri; si coglie l’ansia ; qualche paura e la speranza, nell’avvicinarsi dell’8 settembre e della vigilia della liberazione. Ma, soprattutto, traspare la nostalgia e il ricordo della famiglia lontana che dava i qualche modo la forza di andare avanti.

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Harry Shindler, reduce di guerra ci racconta la sua storia 70 anni dopo.

Ott 1st, 2012 Postato in Storie, testimonianze | Commenti disabilitati su Harry Shindler, reduce di guerra ci racconta la sua storia 70 anni dopo.

In questi giorni si celebra il 70° anniversario del bombardamento di Londra, iniziato il 7 settembre del 1940 e seguito da 75 offensive da parte dei nazisti, costato la vita a 40 mila londinesi e alla quasi totale distruzione della capitale britannica. Tra gli edifici miracolosamente scampati alle ondate di fuoco la cattedrale di St. Paul, luogo della celebrazione commemorativa.

Tra i reduci di guerra delle fila inglesi, c’è un arzillo novantenne, il signor Harry Shindler con un inconfondibile accento inglese, che dal 1982 ha fatto dell’Italia la sua nuova patria, soldato britannico e sbarcato ad Anzio, ‘mi sono innamorato della vostra gente, contadini, gente semplice, che con un sorriso ti donava amore, ci hanno aiutati dopo lo sbarco, ci hanno accolti e ci hanno sostenuti con quel poco che avevano, gli italiani sono un popolo di eroi, poco sotto la linea Gotica, un gruppetto di partigiani ha affrontato alcuni tedeschi sulle colline, loro hanno difeso la democrazia.’ Ci dice con la voce rotta dall’emozione, ora vive a San Benedetto del Tronto e porta con se tantissimi ricordi, ‘lo sbarco non fu facile, arrivammo con navi ed aerei e la lotta fu continua, molti miei compagni persero la vita prima di arrivare sulla costa, io fui fortunato a scamparla sempre, quando ero vicino Trieste la guerra finì, ci riportarono in Inghilterra, eravamo salvi per miracolo’.

Ha mai sentito parlare di Foggia? ‘Si, la zona di Foggia era molto importante per noi, punto strategico e di riferimento, non ci sono mai stato ma questo nome compare spesso nei rapporti di guerra. Spesso si parla o si pensa alla parola Alleati associandola agli inglesi e americani ma non è così, noi siamo venuti a salvare la vostra democrazia e a liberarvi con l’aiuto di tutto il mondo, dal Marocco all’India, dal Canada alla Nuova Zelanda, tutto il mondo si è mosso per salvare l’Europa. Spesso, sentendo parlare della campagna Foggia Napoli, sento dire la parola crimine di guerra, ma noi siamo stati colpiti duramente alcuni anni prima, era normale aspettarsi un’offensiva del genere, poi su due città chiave che facevano da corridoio per il centro nord Italia, il ricordo della mia Londra in fiamme e distrutta è la cosa che fa male ancora oggi.’

‘Oggi sono un novantenne che non ha smesso di sognare, credo che la memoria sia la cosa più importante che posso tramandare e lasciare ai giovani, ci fu la guerra del 15-18, tutti dicevano che non si sarebbe mai più ripetuta e vent’anni dopo è stato peggio, io vado nelle scuole a portare il mio messaggio e la mia testimonianza, ho sempre fatto in modo di aiutare le famiglie dei dispersi di guerra, vi racconto una delle tante storie. Una donna italiana, vede partire lo zio che all’epoca aveva 16 anni, poco dopo scoppia la guerra e la famiglia non ha più sue notizie. Mi metto in contatto con gli uffici di Londra cercando informazioni e risalgo ad un’azienda dell’epoca di trasporto merci in mare, non si era arruolato nell’esercito ma lavorava sui mercantili. Dopo l’arrivo degli Alleati in Italia, in collaborazione segreta con alcune aziende, nascondevano armi e munizioni sulle navi o pescherecci per non destare allarmi, poi fummo scoperti e al largo della Sicilia, un mercantile fu colpito e fatto saltare in aria e su quella nave c’era lo zio di quella donna. Il corpo non è mai stato ritrovato e non c’è una tomba su cui piangere ma a Londra, in un parco, c’è un enorme lastra di pietra sulla quale sono incise le vittime di guerra britanniche o straniere che hanno aiutato i britannici e ho trovato il nome della persona che stavo cercando. Ora quella donna ha la prova che le cose sono andate così’.

 

These days we are celebrating the 70th anniversary of the bombing of London, which began on September 7, 1940 and followed by 75 offensive by nazists, killed 40,000 Londoners and the almost total destruction of the British capital. Among the buildings miraculously escaped the fire waves of the Cathedral of St. Paul, site of the commemorative celebration.

Among veterans of the British line, there is a spry nonagenarian, Mr. Harry Shindler with an unmistakable English accent, which since 1982 has made Italy his new homeland, British soldier and landed at Anzio, ‘I’m in love of your people, farmers, simple people, with a smile that gave you love, helped us after landing, they welcomed us and supported us with what little they had, the Italians are a people of heroes, just below the Gothic Line , a group of partisans faced some Germans in the hills, they defended democracy. ‘We said, his voice breaking with emotion, now lives in San Benedetto del Tronto and brings with it many memories,’ the landing was not easy, arrived with ships and aircraft and the fight was continued, many of my classmates died before reaching the coast, I was lucky to escape forever, when I was near Trieste the war ended, we reported in England, we were saved by a miracle. ‘

Have you ever heard of Foggia? ‘Yes, the area of Foggia was very important to us, and strategic point of reference, there have never been but this name appears often in the relations of war. Often we speak or think of the word Allies associating the British and Americans but it is not, we have come to save your democracy and get rid with the help of the world, from Morocco to India, from Canada to New Zealand, the world has moved to save Europe. Often, hearing about the campaign Naples Foggia, I hear the word war crime, but we have been hit hard a few years ago, it was normal to expect such an offensive, then on two key cities that served as a corridor for north-central Italy , the memory of my London in flames and destroyed is the thing that still hurts today. ‘

‘Today I am a nonagenarian who has not stopped dreaming, I think the memory is the most important thing I can pass on and leave to young people, there was the war of 15-18, they all said that he would never again repeated and vent’ years later it was worse, I go into the schools to take my message and my testimony, I always made sure to help families of the missing of war, I will tell you one of many stories. An Italian woman, seen from his uncle who was then 16 years old, shortly after the war broke out and the family has no news of him. I get in touch with the London office looking for information and company date back to the time of freight at sea, had not enlisted in the army but he worked on merchant ships. After the arrival of the Allies in Italy, in secret collaboration with some companies, hiding weapons and ammunition on ships or vessels not to arouse alarm, and then we were caught off the coast of Sicily, a merchant ship was hit and blew up and the ship was the uncle of the woman. The body has never been found and there is a tomb to cry but in London, in a park, there is a huge slab of stone on which is engraved with the victims of war, British or foreign which helped the British and I found the name of the person I was looking for. Now this woman has proof that things have gone well ‘.

Chi erano i Parker Boys? Raccolta di documenti a cura del Dott. Salvatore Aiezza

Mag 14th, 2012 Postato in Documenti, testimonianze | Commenti disabilitati su Chi erano i Parker Boys? Raccolta di documenti a cura del Dott. Salvatore Aiezza

Il dott. Salvatore Aiezza ci ha inviato articoli e comunicati riguardanti la band Parker Boy’s molto conosciuta a Foggia durante l’occupazione. Di seguito la traduzione del documento in alto:

CROCE ROSSA AMERICANA

OGGETTO: RACCOMANDAZIONE

DATA: 19 NOVEMBRE 1945

E’ molto semplice per me scrivere questa lettera per me perché non sto solo parlando di un grande musicista ma anche di un caro amico.

Federico Garofalo, noto in Croce Rossa come ‘Freddie’, è un pianista che è entrato nel cuore di tutti con ‘boogie woogie’ ha fatto impazzire le truppe di colore….ha letto la musica molto velocemente e si è dimostrato un buon accompagnatore. E’ stato nel ‘Jam Trio’ e nel ‘Quartett’ come orchestra per la danza. Hanno suonato molto bene per la Croce Rossa Americana. Si sono distinti per il Jazz Americano e li abbiamo soprannominati ‘Little….’

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Dr. Salvatore Aiezza, raccolta di testimonianze

Gen 11th, 2012 Postato in testimonianze | Commenti disabilitati su Dr. Salvatore Aiezza, raccolta di testimonianze

Pubblico un documento indirizzato al sig. Alfonso De Santis, scrittore e testimone dei bombardamenti sul Foggia nel 1943. A redigere il documento è il Dott. Salvatore Aiezza che recentemente ha scritto un libro sulla stazione del capoluogo Dauno, ‘Foggia, stazione di Foggia’

PREG.MO SIG.
Alfonso DE SANTIS

Ho letto con estremo interesse e partecipato con emozione agli avvenimenti così fedelmente raccontati nel Suo ultimo lavoro editoriale: “L’immane tragedia dell’estate dei 1943 a Foggia”. Avevo già avuto modo di leggere i Suoi precedenti scritti : “ll dito nella piaga” e “schegge” dai quali già traspariva un profondo senso di umanità, giustizia e legalità,valori che sembrano, purtroppo insieme a tanti altri …ex valori..! Finiti nel dimenticatoio della nostra società e che vengono invece da Lei riaffermati con determinazione in questo nuovo testo letterario.
Premetto che anch’io, come Lei, non sono “geneticamente” originario di questa città poiché sono occasionalmente nato a Foggia,come si dice con freddo linguaggio burocratico, dato che i miei genitori sono originari della Campania e dell’Emilia Romagna e quivi sono giunti per motivi di lavoro. Purtuttavia ho imparato ad amare Foggia dove ho conosciuto la mia attuale moglie dalla quale ho avuto 4 splendidi figli dei quali uno purtroppo prematuramente scomparso.
Avevo letto anche altri testi che raccontano della tragica estate del 43 con dovizia di particolari e documentazione molto interessante. Cito,tra tutti: “La città spezzata”e “…La morte venne dal cielo” ma la Sua “testimonianza” diretta, vissuta e raccontata con gli occhi di un bambino al quale, insieme ad innumerevoli altri coetanei venne vigliaccamente e barbaramente impedito da una guerra assurda la gioia di vivere con serenità e spensieratezza gli anni più belli della vita, mi ha colpito particolarmente; E di tanto ancor più me ne sono reso conto quando, leggendo il  Suo libro mi è capitato di incontrare lo sguardo dei miei figli e il paragone con le vicende che andavo leggendo non poteva non essere fatto… Così,sollecitato dalla lettura di quelle pagine, sono riuscito a tirare fuori dai cassetti della mia memoria alcuni spunti, spero interessanti anche per i suoi eventuali futuri lavori.
Pur dunque non essendo, nei termini che ho avuto modo di precisare, foggiano “purosangue” ho per converso sposato una donna le cui origine sono saldamente foggiane da generazioni. Le cose che sto per dirLe le ho quindi appreso da persone a me care e che le hanno vissute in prima persona. Mia suocera, Lucia Pecorella: amata e stimata maestra elementare sino a pochi anni orsono, di quelle che,per intenderci,non si dimenticano mai e alla quale ancora oggi i suoi ex alunni alcuni oramai ultraquarantenni,miei coetanei,non mancano di farLe visita nelle ricorrenze.(…altri tempi, altre scuole quando la maestra era davvero la seconda, se non talvolta la prima, mamma.. ..). . .Mio suocero ma,soprattutto, la nonna di mia moglie,maestra di francese: Donna Assunta Colecchia, scomparsa a venerandissima età sugli albori del 2000.

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Testimonianza raccolta dal sig. Salcone Ciro

Ott 12th, 2011 Postato in testimonianze | Commenti disabilitati su Testimonianza raccolta dal sig. Salcone Ciro

San Severo 12/10/2011

Sono Salcone Ciro , classe 1961, sono nato e vivo a San Severo. Con la presente lettera desidero ricordare mio nonno, Salcone Ciro , (nato a San Severo il 16 Ottobre 1907 e scomparso nella stazione di Foggia il 22 Luglio 1943). Dai documenti in mio possesso , mio nonno all’atto del decesso rivestiva la qualifica di manovale aspirante sussidiario ( personale non di ruolo) alle dipendenze delle Ferrovie dello Stato . Il suo nome viene ricordato insieme a quello di altri ferrovieri su una lapide marmorea posta sull’ingresso destro della stazione di Foggia. Nella città di Foggia in quella tragica estate 1943, qualche settimana dopo ,  trovarono la morte, per cause non ancora certe , anche la moglie di mio nonno (D’Arenzo Emilia) ,  la madre di mio nonno (Mainelli Assunta)  e una cugina di mia nonna Emilia , nel vano tentativo di trovare la salma di mio nonno e trasferirla nel cimitero di San Severo. La mia famiglia pagò a caro prezzo le scelte scellerate di una guerra inutile del regime d’allora. Mio padre, Salcone Francesco, e le sorelle , Salcone Teresa e Salcone Assunta , nel giro di pochi giorni si ritrovarono senza affetti, e furono inoltre divisi ed affidati ai parenti più vicini. Io credo che bisogna ricordare oltre ai foggiani anche le genti scomparse a Foggia, provenienti dalle città limitrofe , ( durante quei mesi di guerra)  che per vario motivo si trovavano nella città martoriata. Ho riflettuto spesso su queste vicende , sia attraverso i ricordi di mio padre e dei miei parenti , che grazie alla raccolta di documenti di vario genere quali libri e foto. Chiedo spesso alle persone anziane di mia conoscenza informazioni e ricordi riguardo quell’epoca , e penso che questa immane tragedia sia di ammonimento per la nostra generazione e per quelle che verranno.

 

Salcone Ciro