I ‘foggiani di Fiorello’ quegli americani addestrati a Foggia

Dic 16th, 2013 Postato in Memoria, Storie | Commenti disabilitati su I ‘foggiani di Fiorello’ quegli americani addestrati a Foggia

verna banner grande

Il Gen. Marieni venne a sapere dal Maggiore Perfetti, suo uomo di fiducia, inviato negli Stati Uniti d’America per acquistare materie prime scarseggianti in Europa, che nel corso del mese di giugno o luglio 1917 gli americani avrebbero inviato a Londra e Parigi una delegazione di aviatori allo scopo di acquistare materiale bellico.

Data la drammatica penuria di materie prime per l’industria, la Direzione Generale dell’Aeronautica aveva intenzione di barattare velivoli, motori e addestramento italiani in cambio di materie prime americane.
Pertanto, per rafforzare i rapporti con gli Stati Uniti, Marieni volle incontrare la delegazione americana ed inviò a Parigi il Maggiore Savoja ed il Capitano Bensi, ambedue della direzione tecnica, per invitare gli americani a visitare le industrie e le scuole di aviazione del nord Italia.

Giornalmente il Generale redigeva di suo pugno una relazione per l’On. Dallolio, Ministro per le Armi e Munizioni, allo scopo di tenerlo costantemente informato.
Il Marieni rende edotto il ministro di aver offerto agli americani la possibilità di addestrare 500 loro piloti (i contatti erano iniziati già nel 1916) e di aver messo a disposizione degli alleati 2 dirigibili per pattugliare le coste atlantiche dell’Europa sempre in cambio di preziose materie prime per l’industria bellica.

Il Ministro Dallolio si sente scavalcato e nella sua breve e stizzosa nota e cerca di bloccare l’iniziativa  che però, come appare dalla risposta del Generale direttore, era stata ben coordinata da tempo ed ormai era cosa fatta.

La missione americana, che restò in Italia dal 20 al 26 luglio 1917, ebbe un gran successo e permise all’Italia di addestrare 500 piloti americani, di fornire all’America numerosi velivoli del tipo Caproni e SVA e di ottenere in cambio anche importanti materie prime strategiche quali acciaio, hangars per dirigibili, legname pregiato ed altro.

Leggi il resto »

Destruction of Foggia

Dic 7th, 2013 Postato in Documenti | Commenti disabilitati su Destruction of Foggia
Friday-1-October-1943-riverine-herald

Friday-1-October-1943-riverine-herald

29 settembre 1943, Riverine Herald.

Distruzione di Foggia.

L’inviato Reuter nel sud Italia dice che Foggia ha cessato di esistere come città. Se vuole risorgere si dovranno ricostruire tutti gli edifici. Oltre ai danni causati dagli attacchi alleati si aggiungono quelli dei tedeschi che passando per Foggia hanno causato ingenti danni. Hanno fatto saltare grosse stazioni, hanno demolito ogni strada e distrutto edifici per arrestare il nostro passaggio. ‘Foggia oggi è un ammasso di macerie confuse come cavi del telefono attorcigliati ed alberi abbattuti, una città che è morta.

 

 

 

 

Altri articoli giornalistici dell’epoca sono al seguente link http://foggiainguerra.altervista.org/wordpress/giornali/

Quel crocifisso che attraversò tutta l’Italia.

Nov 14th, 2013 Postato in Memoria, Storie | Commenti disabilitati su Quel crocifisso che attraversò tutta l’Italia.

Crocifisso di guerra-3-11-2013 (1).PDF-page-001Articolo di Carmine de Leo

 

La storia dei tragici anni di guerra, rivive attraverso le peripezie di un oggetto testimone del tempo, un antico e pregiato crocifisso del Settecento a grandezza umana. La famiglia dove si trovava la scultura era quella di Michele V. residente a Foggia ma originario della provincia. Il crocifisso era stato acquistato in un’asta pubblica a Lanciano, in Abruzzo, cittadino ove verso il 1930 viveva Michele V. Appeso al muro della camera da letto, dopo alcuni anni a Lanciano, il crocifisso effettuò il primo trasferimento lungo le vie della transumanza, dall’Abruzzo verso la pianura dauna, in treno, avvolto da un panno rosso con cui veniva coperto durante il periodo della Quaresima. In treno l’oggetto sacro fu posizionato in alto sul portabagaglio dello scompartimento e sul sedile sottostante preso posto il capofamiglia Michele V. con il suo bel pizzetto.

Durante il tragitto, ecco il controllo del capotreno, entrato nello scompartimento occupato da Michele V. ed il suo crocifisso, il ferroviere, dopo un attimo di incredulità dovuta alla vista della testa barbuta di Gesù, che gli scossoni del viaggio avevano liberato dal panno rosso, esclamò ‘un Cristo in cielo ed uno in terra!’ associando la barba di Gesù al pizzetto di Michele V. Erano ormai i tristi anni della guerra e nessuno si risentì della simpatica battuta; giunti a Foggia, come al solito, il crocifisso fu sistemato nella camera da letto di Michele V. ma ci sarebbe rimasto per poco. La guerra incalzava e nell’estate del 1943 Foggia subì i terribili bombardamenti aerei e la popolazione fuggì nei paesi e nelle campagne limitrofe. Fu così che la famiglia di Michele V. dovette abbandonare il suo appartamento nel palazzo dell’Incis ma prima depositò il crocifisso presso i frati francescani di Gesù e Maria. Il padre guardiano rilasciò una regolare ricevuta, andata poi dispersa dagli eredi di Michele.

I bombardamenti sulla città di Foggia si intensificarono nei mesi di luglio e agosto 1943 e il palazzo Incis fu duramente colpito. Foggia era una città in macerie e solo dopo il 27 settembre, quando entrò in città l’8^ armata, gli sfollati rientrarono nelle loro città. Anche la famiglia di Michele lasciò la masseria nei pressi dell’Incoronata dov’era rifugiata e, non trovando più un alloggio a Foggia si trasferì a Lucera. Prima di recarsi a Lucera però, Michele andò a riprendere il suo crocifisso dai frati di Gesù e Maria e così, su un carro trainato da un ronzino sopravvissuto alla guerra, l’oggetto sacro, perduto il pregiato panno rosso quaresimale e coperto solo da un misero lenzuolo, insieme a qualche masserizia di fortuna recuperata dalle macerie dell’appartamento dell’Incis, fu trasferito a Lucera. Da questa cittadina, passata la bifera della guerra, la famiglia di Michele V. tornò definitivamente a San Severo, suo paese d’origine e i nipoti ricordano ancora il timore riverenziale che l’antico crocifisso incuteva quando entravano nella camera da letto del nonno. Un suo erede conserva ancora oggi il crocifisso emigrato come tanti meridionali nel dopoguerra, a Varese.

Quando ‘Freddie’ infiammava gli americani

Nov 13th, 2013 Postato in Foggia Occupator, Memoria, testimonianze | Commenti disabilitati su Quando ‘Freddie’ infiammava gli americani

Torniamo a parlare del Maestro Federico Garofalo, musicista foggiano che negli anni dell’occupazione alleata con la sua band, i Parker Boys, spopolò tra le truppe d’oltreoceano entrando nel cuore di tutti con la sua musica coinvolgente e ritmata che rievocava il Jazz, definito il genere musicale ‘Boogie Woogie’, ricevette commenti di stima e congratulazioni dalle più alte cariche militari e non, molto importante è il telegramma in inglese e italiano del capo della Croce Rossa americana a Foggia che si complimentava per le piacevoli serate che i suoi uomini trascorrevano con la sua musica.

Rinominato ‘Freddie’ il giovane Garofalo veniva invitato alle serate negli Enlisted Club, luoghi di svago e ritrovo serale, finì anche sul Foggia Occupator, giornale stampato a Foggia ma in lingua inglese durante gli anni dell’occupazione, rifiutò perfino di espatriare, poichè gli americani gli proposero di andare il California, dove sarebbe potuto diventare un grande musicista di Boogie Woogie. Quando la guerra terminò e si ritornò alla normalità, il Maestro Garofalo continuò con la carriera da musicista sbarcando anche in programmi radiofonici e prendendo parte a noti concorsi musicali dove ebbe sempre menzioni di merito con le sue composizioni e prestazioni memorabili.

In allegato le foto del numero del Foggia Occupator nel quale compare il nome del Maestro inviateci dal figlio, il signor Riccardo.

Qui gli altri articoli sul Maestro Garofalo:

http://foggiainguerra.altervista.org/wordpress/2012/10/23/la-vita-e-lopera-artistica-e-musicale-del-maestro-rico-garofanofinalmente-a-livello-nazionale/

http://foggiainguerra.altervista.org/wordpress/2012/10/13/il-maestro-garofalo-e-i-parker-boys/

http://foggiainguerra.altervista.org/wordpress/2012/05/14/chi-erano-i-parker-boys-raccolta-di-documenti-a-cura-del-dott-salvatore-aiezza/

Umberto Giordano, 65 anni fa la sua scomparsa

Nov 13th, 2013 Postato in Memoria | Commenti disabilitati su Umberto Giordano, 65 anni fa la sua scomparsa

Umberto Menotti Maria Giordano (Foggia28 agosto 1867 – Milano12 novembre 1948) è stato un compositore italiano che ha legato il suo nome ad alcune opere liriche entrate stabilmente nel repertorio internazionale.

Dapprima bocciato all’esame di ammissione al conservatorio di Foggia, studiò poi con Paolo Serrao al conservatorio di Napoli e la sua prima opera –Marina – fu scritta per una competizione promossa, nel 1888, dalla Casa Editrice Sonzogno per la migliore opera di un atto che venne vinta da Pietro Mascagni con la Cavalleria Rusticana. Giordano, che era il più giovane tra i 73 candidati, si classificò al sesto posto suscitando, però, un forte interesse da parte dalla Sonzogno che gli commissionò un’opera da rappresentarsi nella stagione 1891–92. L’opera composta fu Mala vita su libretto di Nicola Daspuro, ispirata alle Scene popolari napoletane in tre atti scritte nel 1889 da Salvatore Di Giacomo e Goffredo Cognetti. È un dramma che ruota attorno a un lavoratore che fa voto di recuperare una prostituta in cambio della guarigione dalla tubercolosi. L’opera suscitò un certo scandalo quando fu rappresentata a Roma nel 1892Mala vita si segnalò subito come una delle più interessanti espressioni del nascente verismo operistico. Venne rappresentata nello stesso anno a Vienna (Staatsoper), Berlino (Krolloper) e Praga, riscuotendo grandi consensi.

Piazza Giordano a Foggia con le statue raffiguranti il compositore e le sue opere

Giordano tentò un approccio più romantico con la sua opera successiva – Regina Diaz, del 1894 su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti and Guido Menasci – che tuttavia non ebbe successo e venne rappresentata solo due volte.

Dopo questo insuccesso il compositore si trasferì a Milano, ritornando al verismo con quello che sarebbe diventato il suo lavoro più conosciuto, l’Andrea Chénier (1896), basato sulla vita dell’omonimo poeta francese con libretto scritto da Luigi Illica.

Anche Fedora (musicata nel 1898) si rivelò un successo e viene tuttora rappresentata frequentemente.

Altri successi arrivarono con Siberia rappresentata alla Scala nel 1903, con Mese mariano al Massimo di Palermo. Nel 1924 l’opera Madame Sans-Gene venne rappresentata al Metropolitan di New York con la direzione di Arturo Toscanini nel 1924. Altre opere successivamente composte ebbero un modesto successo, quali La cena della beffe ed Il re che vennero comunque dirette dal maestro Arturo Toscanini.

Giordano ha anche composto, oltre alle opere liriche, un discreto numero di brani vocali, mottetti e sinfonie.

A Foggia, sua città natia, sono dedicate al musicista il Conservatorio di Musica, il Teatro Comunale ed una piazza a lui dedicata nel 1961 previo trasferimento del Monumento ai Caduti in Piazza Italia e collocazione di una statua a lui dedicata ed una corona di statue rappresentanti i personaggi delle sue principali opere liriche.

Anche il Comune di Torino gli ha intitolato una via , nel quartiere Barriera di Milano, in una zona viaria ricca di intitolazioni a Musicisti classici .

fonte: Wikipedia.it