Riconoscimento per il Maestro Garofalo

Giu 1st, 2013 Postato in Documenti | Commenti disabilitati su Riconoscimento per il Maestro Garofalo



A seguito di corrispondenza con la Santa Sede, iniziata con Benedetto XVI e 
continuata con Papa Francesco, circa le benemerite attività musicali ed umane
 
del grande Maestro di musica foggiano: Rico Garofalo, tra l’altro molto apprezzate, i
figli del Maestro hanno avuto l’onore e con loro certamente anche la nostra città, di partecipare all’udienza papale del 29 maggio scorso. “E’ stata una grande
 
emozione e motivo di soddisfazione per noi, che, per rispetto a nostro padre, 
 
siamo stati sistemati a due passi da Papa Francesco (eravamo  al fianco destro
 
dell’ altare a qualche metro dal Santo Padre)”. Così , al loro ritorno a Foggia, hanno detto i figli del musicista.
L’emozione più grande è stata quando hanno donato a Papa Francesco quello
 
che il loro papà custodiva con amore: “La canzone di Padre Pio”, primo disco in
 
assoluto dedicato al Santo Frate (1968) musica di Rico Garofalo, parole del
 
Prof. Gino Scauzillo, cantata da Luciano Rondinella, tradotto in diverse
 
lingue  ed ascoltata in tutto il mondo. Ma, ci tengono a precisare i figli del Maestro Garofalo: “Nostro padre
 
compose questa musica  esclusivamente per amore di Padre Pio, devolvendo le sue
 
spettanze presenti e future, ai bambini sofferenti dell’Ospedale Casa Sollievo
 
della Sofferenza di San Giovanni Rotondo”. Il dono per il Santo Padre, molto apprezzato, contiene il disco di Padre Pio, la copertina, i testi in diverse lingue
  (spagnolo compreso) e in fondo la dedica a Papa Francesco, peraltro 
molto devoto di Padre Pio. Continua così l’opera di riconoscimento e apprezzamento, anche a livello nazionale, dell’attività del nostro concittadino che, sin dai giorni dell’occupazione alleata a Foggia, allietava le serate dei soldati e ufficiali , con la sua famosa orchestra, conosciuta in tutto il mondo, dei Parher Boy’s.
Potremmo scrivere tanto per illustrare le virtù artistiche, già note,  e
 
soprattutto quelle umane che il Maestro Garofalo, ha avuto durante tutta la sua vita,
 
messe al servizio gratuitamente,  per allietare e dare un sorriso a chi ne
 
avesse bisogno, tra cui Fondazione Maria Grazia Barone, U.A.L.,  Villa Lo Re e
 
tante serate di beneficenza, virtù di cui la Santa Sede ne era già a
 
conoscenza.
Ma di una cosa, i figli del Maestro Rico sono consapevoli e ci tengono a ribadirlo: “ Aver avuto dei posti così prestigiosi 
 
vicini a Papa Francesco (palco d’onore), al cospetto di 90 mila persone accorse
 
dall’Italia e da tutto il mondo, ci ha dato la consapevolezza  che le  virtù e
 
il disco donato musicato dal Maestro Rico Garofalo,  sarà custodito da Papa
 
Francesco e resterà  per sempre nel suolo benedetto di San Pietro”.

Siamo grati al Maestro Garofalo e a quest’opera di divulgazione del suo messaggio, da parte dei figli, che onora anche la nostra città e noi foggiani.

Dr Salvatore AIEZZA (docente Università del Crocese)

I campi medici militari a Foggia.

Mag 27th, 2013 Postato in Documenti | Commenti disabilitati su I campi medici militari a Foggia.

61stLa 61st Station Hospital fu una delle prime stazioni mediche militari, ideata e gestita da George B. German, e le ostetriche del Cooper Hospital fu operativa nelle basi del Mediterraneo dal 1942 al 1945. Si spostò dall’Algeria a Foggia e restò fino alla fine della guerra. Svolse un ruolo molto importante, di coordinamento l’attrice americana Madeleine Carroll che si occupò anche degli orfani di guerra.

All’età di 22 anni, Ruth Hamilton diventò supervisore del reparto pediatrico nell’ospedale di Camden, in New Jersey, come molte giovani donne, volle fare di più e si arruolò tra le fila dell’U.S. Army Nurse Corps nel 1942. Le fu assegnata la 61° stazione a El Guerrah, in Africa. Fu il primo ospedale da campo formato da un gruppo di statunitensi che lavoravano in squadra per fornire assistenza alle truppe e alla popolazione civile. Provenivano tutti dal Cooper Hospital. Dopo dieci mesi in Africa, l’ospedale da campo fu spostato dal Nord Africa alla Sicilia, per passare poi a Foggia con l’unità del generale Patton. Affinchè le truppe del generale Patton fossero sempre assistite, i 500 posti letto erano sempre nelle vicinanze del raggio d’azione dei combattimenti. Purtroppo le truppe soffrirono molto di problemi gastrointestiali a causa della cattiva conservazione dei rifornimenti durante i lunghi viaggi in nave e anche se all’apparenza erano salutari i cibi risultavano molte volte avariati. Morì un elevato numero di soldati a causa di infezioni alimentari.

Immagine

La signora Hamilton

A causa della sua inesperienza ed ingenuità molte infermiere approfittarono della situazione traendone vantaggi personali. Una mattina dopo la stesura del bollettino di Guerra le fu ordinato di prendere in cura un militare che aveva problemi intestinali, era proprio il generale Patton, quest’ultimo le inviò una nota ‘Non più scherzi’ che è ancora conservata nell’archivio personale della signora Hamilton. I suoi ricordi più vividi sono quelli in Italia, le truppe recintavano e coprivano il campo medico per difenderlo dagli attacchi ma il rumore fragoroso delle bombe è ancora nella sua memoria. Ringrazia sempre i soldati americani per la gentilezza e la cortesia mostrata nei confronti delle infermiere donne nei campi medici. Il 61st ha accolto e curato oltre 20 mila soldati in tre anni. Due infermiere morirono in un incidente e cinque soldati morirono in un raid aereo mentre erano appostati per difendere l’ospedale da campo. Nove dei componenti hanno ricevuto la medaglia di bronzo e le tre stellette da battaglia.

La signora Hamilton si sposò con un ufficiale in Italia, finita la guerra e ritornata negli States ebbe due figlie, raccontò la sua guerra fiera di essere stata una delle poche ad aver avuto a che fare con il generale Patton e a conservarne ancora la nota.

photo_230308_16208094_1_1_20130427Un altro gruppo presente a Foggia per prestare soccorso ai soldati e alla popolazione civile era il 55th Station Ospital che ha alle spalle una curiosa storia, una crocerossina americana, George Bertha Sandy, dopo aver girato vari campi medici ed approdata in Italia, si sposò a Foggia, nella cappella del 55th Station Ospital con un soldato conosciuto sull’isola di Capri, le nozze ebbero luogo il 16 novembre 1946 con il Sgt. Frank George con il quale partì in luna di miele a Parigi. Prestò servizio a Napoli presso il 392 Station Hospital, a Marina di Pisa

 

La signora George è scomparsa il 25 aprile 2013

 

 

Il brano sulla signora Hamilton è tratto dal volume ‘Siter in War’

15th Air Force Organisation, equipaggiamenti e basi in Puglia.

Mag 14th, 2013 Postato in Documenti | Commenti disabilitati su 15th Air Force Organisation, equipaggiamenti e basi in Puglia.

310215_553813961331795_1805898466_nDopo l’entrata a Foggia, tra il 27 settembre e i primi giorni di ottobre del 1943, le truppe alleate si stanziarono nei campi aerei allestiti in pochi giorni attorno al capoluogo Dauno. La loro presenza ha lasciato un segno profondo nella nostra città e cultura. Hanno esportato la loro musica, divinamente interpretata dal Maestro Rico Garofalo, allietando le serate delle truppe presenti in città, i chewingum, molto richiesti soprattutto dai ragazzini e le sigarette, già presenti in Italia ma che regalavano in cambio di piccoli favori e all’epoca era il vero contante. In rete abbiamo trovato una tabella con la lista degli squadroni e le relative località pugliesi in cui stanziavano le truppe.

Sono gli squadroni del 15° gruppo aereo, che disponevano di B-17 e B-24. Alloggiavano solitamente in tende e in ogni campo c’erano tende e locali appositi per i brifieng e le riunioni per le missioni. Dal nostro territorio partirono molte missioni per tutta Europa, soprattutto per Ploesti, in Romania, altra città fortemente bombardata dagli alleati.

Ali abbandonate, il monumento tra l’immondizia. Di Carmine de Leo

Mar 5th, 2013 Postato in Documenti, Storie | Commenti disabilitati su Ali abbandonate, il monumento tra l’immondizia. Di Carmine de Leo
Gazzetta del Mezzogiorno del 3 marzo 2013

Gazzetta del Mezzogiorno del 3 marzo 2013

La particolare morfologia della nostra provincia ha favorito nel secolo scorso la presenza di numerosi aeroporti nella pianura che circonda la città di Foggia.
Primi fra tutti lo scalo aereo di Foggia – Nord e quello di Foggia – Sud, realizzati nei primi anni del secolo scorso, quando l’aviazione in tutto il mondo ed in Italia era ancora ai primi passi.
La fortuna volse poi a favore dello scalo posto a sud della città di Foggia, quello che sorse lungo la via per Ascoli Satriano e che oggi è intitolato al pilota Gino Lisa.
Questo scalo, occupava un’area molto vasta con gli annessi capannoni, costruiti a ventaglio nei pressi del viale dell’ingresso.
Oggi, di queste vecchie strutture utilizzate poi come deposito delle autovetture della Polizia di Stato, non resta più nulla; perché quasi tutto è stato abbattuto per costruirvi un grande centro commerciale ed altri edifici.
L’aeroporto Foggia – Sud ebbe il suo momento di ribalta nella storia durante gli anni della prima guerra mondiale, quando nel 1917 e 1918, vi fu insediata una scuola di volo internazionale, che vide la partecipazione di circa 500 aspiranti piloti americani e francesi, che si esercitarono con apparecchi Farman e con i bombardieri della Caproni.
Il gruppo dei giovanissimi allievi americani fu diretto dal maggiore Fiorello La Guardia, italoamericano di origini cerignolane, divenuto poi sindaco di New York per ben due mandati.
I piloti americani, rappresentarono l’embrione delle forze aeronautiche americane e furono impegnati in azioni sul fronte del Piave nel 1918 contro l’esercito Austro-Ungarico.
Oggi, di tutta questa importante storia aeronautica della nostra città non resta più nulla, salvo gli accorati sforzi di qualche solitario ricercatore, come Iacobino e, come se non bastasse, il Gino Lisa è chiuso da molti mesi e Foggia ha perduto anche molte delle speranze di riapertura di questo scalo aereo, simbolo della sua vocazione aeronautica.
Il tempo e forse la poca conoscenza della nostra storia locale, hanno continuato a distruggere anche il bellissimo habitat in cui sorgevano le palazzine dell’aeroporto; di recente, infatti, sono stati abbattuti numerosi alberi, riducendo ulteriormente il patrimonio verde del luogo.
Inoltre, ultimo boccone amaro per molti di noi, il bel monumento al volo, realizzato dallo scultore Gianfranco Rizzi e fatto costruire nel 1970 dalla Camera di Commercio di Foggia, già posizionato nel parcheggio antistante la palazzina principale dello scalo aeroportuale, è stato rimosso ormai da tempo dal centro della piccola aerea verde in cui troneggiava e giace miseramente abbandonato nei recinti dell’aeroporto insieme a vari detriti.
La struttura di questo monumento, peraltro, in bronzo, acciaio e ferro, va restaurata con urgenza, altrimenti andrà sicuramente perduta; nonostante molti di noi foggiani hanno realizzato, soprattutto negli ultimi decenni del Novecento, le loro foto del matrimonio presso questo particolare monumento.
Storia dell’aeronautica ed emozioni, pertanto, s’incontrano nel ricordo del monumento al volo, chiamato “Ali sospese”, sperando che a qualcuno interessi questo piccola testimonianza minore del nostro passato e si impegni fattivamente per il suo recupero !

Quegli antifascisti a colpi di titoli di film d’epoca, di Carmine de Leo

Feb 26th, 2013 Postato in Documenti, Storie | Commenti disabilitati su Quegli antifascisti a colpi di titoli di film d’epoca, di Carmine de Leo
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Gazzetta del Mezzogiorno del 24-02-2013

A volte la protesta politica si è espressa utilizzando con molto successo l’ironia, come in un singolare episodio avvenuto proprio nella nostra città durante gli anni disastrosi della seconda guerra mondiale, esattamente nel 1942.

In quell’anno, l’Italia e la Germania non avevano ancora subito sul piano militare catastrofiche sconfitte ed il Giappone, entrato in guerra al loro fianco, collezionava nell’oceano Pacifico una serie di significative vittorie.

Nonostante queste premesse, però, la popolazione, anche attraverso le lettere dal fronte che, seppur sottoposte a censura, rispecchiavano la realtà di un esercito mandato allo sbaraglio dal fascismo, era stanca degli enormi sacrifici imposti dal governo per affrontare la guerra.

Tra le ultime disposizioni governative, proprio nei primi mesi del 1942, vi era stata l’ulteriore riduzione della razione giornaliera di pane, portata a soli 150 grammi a testa.

Anche a Foggia, la popolazione era stanca dei gerarchi fascisti e serpeggiava nascostamente il malcontento e nei primi mesi del 1942, un gruppo di coraggiosi antifascisti mise in atto una singolare forma di protesta utilizzando l’ironia ed i titoli dei film di successo in quegli anni.

Fu stilata una lista di titoli di film associandola a personaggi del fascismo ed a figure di politici mondiali, oltre che a particolari avvenimenti e furono fatti stampare clandestinamente alcuni volantini, distribuiti a mano ed inviati poi anche per posta.

Di questi ultimi, trascriviamo alcune associazioni ritrovate tra le carte del fondo del Ministero dell’Interno conservate presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma: “Il pirata sono io: Hitler – Un’ora sola ti vorrei: il duce – Il prigioniero di Zenda: Il re – La ragazza del porto: Edda Ciano – I Miserabili: Gli Italiani – Paradiso perduto: L’impero – Eterna illusione: Vincere la guerra – I pirati della Malesia: I Giapponesi – Il chiromante: Il Papa – La portatrice di pane: Carta annonaria – Vivere: Il popolo italiano – Uomini sul fondo: Squadra navale italiana – Cartoni animati: I gerarchi” ed altri ironici accoppiamenti.

La distribuzione di questi volantini a sfondo antifascista e disfattista nella città di Foggia allarmò subito le spie dell’O.V.R.A., la polizia segreta fascista che, grazie a qualche delatore, risalì dopo poco tempo ad un gruppo di antifascisti.

Tra questi coraggiosi alcuni, come Francesco Paolo e Raffaele Berardi ed Antonio Cannone furono prontamente arrestati e condannati dalla Commissione Provinciale per il Confino a risiedere per molti mesi lontano dalla città di Foggia.

Francesco Paolo Berardi, di professione impiegato, fu tradotto a San Giorgio la Molara; Raffaele Berardi, ragioniere presso l’Istituto Poligrafico dello Stato, fu confinato a Guardia Sanframonti; mentre Antonio Cannone, rappresentate di macchine agricole, fu confinato a San Marco dei Cavoti; i tre tornarono dal confino solo alla fine del 1942, grazie ad un’amnistia per i vent’anni del fascismo.

Altri foggiani, tra cui anche alcune donne, furono proposti solo per l’ammonizione, questi i loro nomi: Maria Angeloni, Costantino Bianco, Nicola Delli Santi, Giuseppina Furore ed Olga Trandafilo.

Carmine de Leo