Foggia in Guerra, progetto ed iniziative

Mar 27th, 2014 Postato in Documenti filmati, Storie | Commenti disabilitati su Foggia in Guerra, progetto ed iniziative

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Il progetto Foggia in Guerra nace nel 2008 su idea del prof. Leo Rotundo e Vincenzo Saponaro. Sbarca cosi sul web il sito http://foggiainguerra.it con annessa ed omonima pagina Facebook. Ad oggi la cittadinanza ha reagito molto bene all’iniziativa di creare un social network sulla storia dei bombardamenti del 1943 che colpirono il capoluogo Dauno, una storia poco raccontata dai libri e dalle cronache nazionali, nonostante Foggia e la provincia svolsero un ruolo chiave e di fontamentale importanza per la risoluzione del secondo conflitto mondiale. Raccogliendo numerose testimonianze e migliaia di foto e documenti storici, stiamo ricostuendo tassello dopo tassello, come un puzzle, in maniera precisa e il piu’ possibile veritiera cosa accadde esattamente piu’ di settant’anni fa.

Il tutto e’ soprattutto rivolto ai giovani, la futura classe dirigente poiche’ siamo convinti che senza memoria non c’e’ futuro e un popolo che non sa ricordare e’ un popolo che ha gia’ perso in partenza la battaglia per un avvenire migliore. Siamo cosi’ sbarcati sui dispositivi Android con un’app dedicata che include la mappatura completa dei siti colpiti dalle bombe il tutto corredato con foto e racconti. Abbiamo da poco aperto un account Twitter, la nostra storia e’ troppo importante, deve essere ricordata, perderla per sempre sarebbe un delitto, la ricerca storica non deve mai fermarsi per approfondire e far riemergere situazioni ed eventi che sono finiti nel dimenticatoio. Crediamo fermamente che la verita’ si trovi nel quotidiano, nelle microstorie che orbitano attorno alla storia ufficiale, nei racconti di chi havissuto sulla propria pelle quell’ingiustificata violenza.

Abbiamo poi allargato il nostro organico avvalendoci della preziosa collaborazione di Giuseppe Capolongo, ricercatore storico ed esperto delle vicende passate della nostra citta’, siamo tuttavia sempre disponibili ad accettare collaborazioni di volenterosi che abbiano a cuore il bene della citta’ di Foggia.

A proposito di coinvolgere i giovani, abbiamo da poco proposto Storie di Foggia, una videorubrica sui fatti e le curiosita’ sulla nostra storia, le riprese ed il montaggio sono a cura di Gionatan Briuolo, 15enne appassionato di cinema e la presentazione e le ricerche storiche sono a cura di Vincenzo Saponaro. Vi proponiamo la prima puntata, il tutto e’ autoprodotto, ci scusiamo per i problemi audio, ci stiamo attrezzando per fare meglio.

 

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La miniera di Bauxite di San Giovanni Rotondo

Mar 22nd, 2014 Postato in Segni sul territorio, Storie | Commenti disabilitati su La miniera di Bauxite di San Giovanni Rotondo

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Partendo da San Giovanni Rotondo (FG), percorrendo la SP45 bis e imboccando una strada costeggiata da eucalipti si raggiunge l’ex miniera di Bauxite, un complesso industriale all’avanguardia con annesso villaggio per i dipendenti che sotto l’epoca fascista vide il massimo splendore e boom economico per l’intera zona. Situato in località Quadrone, il giacimento fu scoperto per caso da Giovanni Pompilio, un pastore che emigrò in America dove fu impiegato nelle ferrovie. Al rientro in Italia, forte delle conoscenze acquisite, osservando il terreno notò subito i campioni di Bauxite dall’inconfondibile colore rosso.

Allertati i conoscenti ed interpellate alcune aziende chimiche, lo scopritore non fu ricompensato ma una società, dopo il sopralluogo tecnico, avviò i lavori per procedere all’estrazione del minerale. Intanto il sig. Pompilio che aveva fornito agli ingegneri della Montecatini le dritte su dove trovare la Bauxite, fu insignito di un attestato al merito del lavoro e ripagato con 500 Lire.

Inizia così la storia della miniera di San Giovanni Rotondo. Siamo nel 1939, partono i lavori per la costruzione dell’impianto e di un villaggio per gli uffici e le abitazioni destinate agli operai fuori sede. Viene anche costruito un cinema. Nel 1939 la stessa società ottenne con un decreto ministeriale, datato 10 luglio, la concessione a sfruttare il minerale su di un’area di 786 ettari successivamente ampliata fino ad un massimo di 1640 ettari.

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21 marzo 1924, inaugurazione fontana del Sele davanti la Madonna dei Sette Veli.

Mar 21st, 2014 Postato in Documenti, Storie | Commenti disabilitati su 21 marzo 1924, inaugurazione fontana del Sele davanti la Madonna dei Sette Veli.

inaugurazione fontana sele 1924Il 21 marzo del 1924 fu inaugurata la fontana del Sele, in piazza Cavour, simbolo dell’arrivo dell’acqua corrente a Foggia. L’evento mobilitò le cronache dell’epoca, la Domenica del Corriere dedicò una copertina per quella giornata storica, anche il Sacro Tavolo della Madonna dei Sette Veli fu esposto davanti al Pronao della Villa Comunale. il primo zampillo fuoriuscì alla presenza delle autorità dell’epoca e del direttore dell’Acquedotto Pugliese, Regio Commissario Gaetano Postiglione, ingegnere foggiano. Dopo l’inaugurazione della fontana, in città furono costruite piccole fontane pubbliche che erogavano acqua potabile per la popolazione dato che non era ancora stata installata una rete fognaria direttamente nelle abitazioni.

Fu costruita secondo il progetto dell’ing. Brunetti, interamente in cemento armato, raffigura una stella marina, il progetto, inizialmente provvisorio, prevedeva lo smantellamento della struttura dopo l’inaugurazione per far posto ad un’installazione in bronzo o marmo. La seconda parte del progetto non venne mai realizzata e la fontana restò quella dell’inaugurazione. Oggi è il simbolo della città di Foggia, situata in pieno centro, in una delle piazze più trafficate.

 

20 marzo 1731, il terremoto che distrusse Foggia

Mar 20th, 2014 Postato in Memoria, Storie | Commenti disabilitati su 20 marzo 1731, il terremoto che distrusse Foggia

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foggia06Il 20 marzo 1731 Foggia fu rasa al suolo da un violento terremoto, grado IX scala Mercalli e magnitudo 6 scala Richter, le vittime furono più di duemila e i danni molto ingenti, tanto che la città di stampo medievale, durante la ricostruzione cambiò totalmente aspetto, le mura di cinta non furono ricostruite e molti edifici furono riedificati secondo diversi criteri.

Era martedì santo, le 5 del mattino, la terrà tremò violentemente, ‘tanto che in essa città di Foggia in istante rovinarono la maggior parte degli edifici tanto di chiese, che di particolari, e prima si vidde caduta, e rovinata in gran parte della città, e sepolta molta gente sotto le pietre, che si fossero potuti accorgere del Tremuoto. Durò questo così fiero moto per cinque minuti di ora, e indi fra lo spazio di un’Ave Maria ripigliò fieramente con lo stesso vigore, e scuotimenti, la cui violenza, e impeto si puol congetturare dall’aver l’acqua de’ pozzi dalla profondità di 30 in 40 palmi in molte parti sormontata la bocca, e allagato all’intorno.’ scriveva Vincenzo Salvato in Foggia-città territorio e genti.

Crollarono un terzo degli edifici, la città fu avvolta da una coltre di polvere che nascondeva le macerie e i corpi sotto di esse. Si pregava la Vergine, i superstiti vagavano per le vie dissestate e per le campagne in cerca dei cari. La sera del disastro don Giovanni Tudesco con coraggio si addentrò nella nicchia dove era custodito il Sacro Tavolo e lo riportò alla luce, fu un grande sospiro di sollievo per i foggiani che lo esibirono in piazza e si riunirono per pregare.

I danni accertati furono il crollo del campanile della Collegiata, che riportò gravi danni in altre strutture; notevoli lesioni e crolli parziali o totali si ebbero in vari edifici civili e religiosi, oltre che nei più poveri rioni e nelle campagne. Tra gli edifici civili della città, l’unico del quale si possono definire con precisione i danni è quello della Dogana, nella strada maestra di pozzo rotondo.

Ancora Vincenzo Salvato scriveva:’Il 1° aprile il Ruoti, notando che molti osavano disseppellire i cadaveri nelle campagne per trasferirli in sepolture cittadine, vietò decisamente tale imprudente pratica; il 15 successivo ordinò ai carrettieri di scaricare le sfabricature causate dal terremoto nei fossi del tratturo di Gesù e Maria e nel luogo detto le Croci; infine il 4 luglio emise l’ordinanza con la quale proibì di costruire senza licenza onde evitare grande incomodo futuro alla città…

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La guerra e la ricostruzione, testimonianza del signor Sante G.

Feb 10th, 2014 Postato in Memoria, Storie, testimonianze | Commenti disabilitati su La guerra e la ricostruzione, testimonianza del signor Sante G.

verna banner grande Quando si parla di storia, per comprendere i vari meccanismi, gli stati d’animo e cosa realmente avvenne, spesso bisogna andare oltre alla storia ufficiale, quella che si studia sui libri ed ascoltare, quando possibile, i testimoni che vissero sulla propria pelle i tragici avvenimenti che il passato ci ha riservato. Di seguito la testimonianza del signor Sante G. che con lucidità e tanta commozione rivive quei momenti quando, all’epoca, era poco più di un ragazzino. Era l’estate del 1943, io vivevo a San Severo e la guerra fino a quel momento ci sembrava molto lontana, quando un giorno tutti iniziarono a correre, si avvicinavano i bombardieri alleati, non potevamo sapere quale fosse il loro obiettivo quindi chi poteva si rifugiava in scantinati o su alberi di ulivo nelle campagne vicine, quel giorno fu preso di mira un accampamento tedesco e la vicina città di Foggia fu duramente colpita. Dopo quell’ondata di terrore e distruzione, a Foggia non c’erano posti per dormire, tutto era distrutto, si costruirono in fretta capanne di lamiera e di materiali reperibili per le strade, vidi che alcuni recuperavano le lamiere dai carri armati distrutti, anche i tedeschi avevano molta paura, capirono subito che non c’era nulla da fare se non nascondersi e scappare durante i bombardamenti. Cercavano di nascondersi tra i civili e forse anche per questo la popolazione civile fu duramente colpita.   I miei ricordi più lucidi sono quelli del dopoguerra, quando iniziò la ricostruzione. Mi stabilì a Foggia, dove c’era tanto lavoro, c’era un’intera città da rimettere in piedi, mi affidarono una sorta di tre ruote con il retro ribaltabile, io e altri ragazzi dovevamo raggiungere i posti paludosi vicino Foggia e raccogliere terra e fango per poi portarla ai cantieri. Un ragazzo della mia squadra un giorno mi disse di aver trovato molti soldi tra le macerie di un edificio ridotto in polvere. Oltre a lavorare assistevamo anche a scene poco belle, gli americani ormai si erano stabiliti in città, la sera molti di loro erano ubriachi, facevano i prepotenti con le ragazze e ci sono anche stati episodi di omicidio tenuti ben nascosti dai militari. Dall’altro lato c’eravamo noi, molti ragazzi come me andavano in giro a raccogliere ferro ed alluminio per sopravvivere.   Il periodo della ricostruzione durò almeno vent’anni e oltre a sistemare le zone colpite ci furono nuove costruzioni, si arrivò a via Ascoli, nei pressi di villa Scaramella, ricco proprietario terriero. All’epoca c’era ancora il piano delle fosse in funzione, era un grande mercato, ricordo che c’erano molti venditori di fichi, nelle fosse si conservavano tutti i beni che non venivano venduti in giornata e non era raro vedere estrarre molto cibo avariato e ormai ammuffito. Dopo gli anni ’60 tutto questo sparì per far spazio alle nuove abitazioni. Molti foggiani persero la casa e durante la ricostruzione costruirono una sorta di baraccopoli a via San Severo, molte erano quelle lasciate dagli americani che andarono via dopo pochi anni, si creò un piccolo paese dove c’erano gli sfollati foggiani.   La vita non era facile, dopo la guerra il lavoro c’era ma era molto duro e faticoso, per vivere io stesso andai a spalare i carboni per i treni che all’epoca erano a vapore, ogni carro conteneva 24 tonnellate di carbone e il lavoro era tutto di braccia. Le condizioni igieniche non erano di certo buone, rischiami molte volte di morire, prima di Tifo, poi di Malaria, tuttavia mi salvai e ripresi a lavorare. pub ccm gr